Ucraina: Natura morta

Pubblicato il 10-11-2023

di Carlo Degiacomi

Nello scorso luglio, il presidente Mattarella ha detto: «Servono avvocati di buon cause, in grado di affrontare le sfide che riguardano la sopravvivenza dell’umanità nel suo complesso. Rifuggendo dalla logica del conflitto e dall’emergere, come nella recente aggressione russa all’indipendenza dell’Ucraina, di spinte al confronto militare che distraggono immani risorse necessarie allo sviluppo umano».

L’invasione russa dell’Ucraina sta provocando un numero di morti enorme, violazioni continue dei diritti umani, deportazioni forzate, specie di bambini, continue ondate di migrazioni, torture, interruzioni di servizi essenziali che determinano morti e malattie. Ma c’è sempre un terzo volto della sostenibilità: l’ambiente. Si parla di “ecocidio”, perché l’ambiente viene devastato sotto ogni dimensione. Come disse l’ex segretario dell’ONU, Ban Ki Moon nel 2014: «L’ambiente è vittima spesso silenziosa di una guerra». L’Ucraina occupa il 6% del territorio europeo, con il 35% della biosfera europea. I dati dei primi report post invasione sono continuamente in aggiornamento: si parla di oltre 2.000 gravi danni ambientali registrati in Ucraina, 15mila ettari di colture devastati per mine, munizioni esplose e inesplose, per passaggi mezzi pesanti e carri armati, per le battaglie sul campo (5 ordigni su 100 almeno, rimangono sul terreno). Oltre il 30% delle foreste è danneggiato Sono purtroppo solo approssimazioni. La guerra si sta poi svolgendo in un territorio dove vi erano zone industrializzate e inquinate dall’industria pesante russa che ha lasciato un’eredità disastrosa. I bombardamenti russi stanno provocando nuvole tossiche contenenti ammoniaca, diossine, monossido di carbonio, fosforo bianco e tante altre sostanze tossiche che inquinano il suolo e l’ambiente urbano.

Nessuno è in grado, a guerra in corso, di fornire numeri precisi, di monitorare i parametri ambientali sul campo e di immaginare quanto i danni dureranno a guerra finita. I combattimenti hanno provocato e stanno provocando incendi, contaminazioni degli habitat, inquinamento delle matrici ambientali – acqua, aria, suolo. Si può parlare di inquinamento duraturo a causa dei metalli pesanti presenti nelle munizioni e negli ordigni militari (zolfo e rame, uranio impoverito, nichel).

Il panorama è desolante: falde acquifere inquinate, foreste distrutte, specie animali sterminate, aree divorate dagli incendi, macerie con resti e polvere di amianto di cui gli edifici abbondano sparsi nell’ambiente, messa fuori uso di impianti depuratori e fogne. Sistemi d’armi come le testate termo-bariche utilizzate dai russi creano sul bersaglio una fitta nebbia di liquido combustibile, che quando esplode distrugge un’area di almeno di 8 ettari (16 campi di calcio). Le alte temperature delle esplosioni distruggono i microrganismi del suolo. Un suolo fertile devastato non è ripristinabile in tempi “umani” (occorrono infatti centinaia di anni per rigenerarsi), mentre la sostenibilità alimentare di decine di Paesi nel mondo dipende oggi dal suolo ucraino e dalle sue produzioni.

Può sembrare strano parlare di flora e fauna di fronte all’eccidio di centinaia di migliaia di persone, ma bisogna farlo. Ci sono almeno 600 specie animali minacciate direttamente dalla guerra come i delfini e i cetacei a causa delle navi miliari e dei bombardamenti marini: l’orso bruno euroasiatico; la lince euroasiatica; il bisonte europeo. E tanto altro. Non bisogna considerare l’ambiente come “effetto collaterale”, deve essere un tema di azione e riflessione centrale sia in tempo di guerra che di pace. In sede ONU ci sono sviluppi sui principi per la protezione dell’ambiente in relazione ai conflitti armati (vedi la Commissione per il diritto internazionale) con una nuova proposta di definizione legale di “ecocidio”, che potrebbero aprire la possibilità di perseguire i crimini ambientali durante i conflitti armati. In Ucraina l’aggressione ha già di certo violato tutti i principi universali del diritto internazionale sull’ambiente.
 

Carlo Degiacomi
NP ottobre 2023

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