L'anno che verrà

Pubblicato il 13-08-2011

di Corrado Avagnina

Tanti e impegnativi i nodi cruciali da sciogliere nel 2010.
di Corrado Avagnina
  
Esercizio forse un po’ frustrante, umanamente parlando, quello di proiettare attese, speranze, auspici… sul nuovo anno. Nei dintorni, infatti, di Capodanno, siamo stati sommersi da messaggi di vario tenore, tutti impostati sul mettere le mani avanti nel futuro e sull’invocare soluzioni, risposte, colpi di fortuna ... nell’avvenire. Per carità, sono ragionamenti e discorsi anche accettabili. Che, purtroppo, rischiano di lasciare il tempo che trovano. Se però ci si vuole misurare sui nodi cruciali che vanno affrontati, beh, allora anche pensare al nuovo anno sotto questa angolatura può servire. Per parte nostra peschiamo appena qualche problema serio, su diversi fronti.
 
Innanzitutto, sarebbe interessante che nel 2010 ritornasse un po’ alla ribalta una riflessione sostanziosa e profetica in tema di pace. Proprio dopo aver chiuso il 2009 con il Nobel assegnato ad Obama, 1260532640obama_nobel.jpgriconosciuto come uomo di pace appunto mentre resta impegnato con decine di migliaia di suoi soldati su terreni di guerra infidi e tragici in Afghanistan ed in Iraq. Qui siamo alla Babele che spiazza. Si premia la pace pensando alle guerre giuste. Francamente non ci raccapezziamo più. Qualcuno ci aiuti ad uscire da queste contraddizioni che ci stanno togliendo il respiro.
 
In secondo luogo, ci aspetteremmo, dai versanti di crisi finanziarie ed economiche, un bagno di umiltà nell’etica invocata dalla Caritas in veritate, perché si stanno profilando sentori di ritorno daccapo, alla voglia di fare i soldi con i… soldi (degli altri in particolare), riproponendo castelli di sabbia, illudendo le persone che peraltro amano farsi illudere sui guadagni facili, gonfiando nuove bolle da cui si uscirà tutti… asfissiati. Il 2010 dimostrerà di aver imparato le amare lezioni sulla crisi che il 2009 ha rilasciato?
In terza battuta ci si dovrà interrogare sulle emergenze della fame e del clima, dopo due vertici dell’ONU nel 2009, che hanno lasciato sul terreno troppe decisioni non prese, mostrando l’incapacità deludente di coloro che governano i popoli nel farsi carico della vita della gente, nei bisogni primari di alimentarsi, di respirare aria pulita, di evitare catastrofi indotte, di sperare in un domani vivibile per le future generazioni… Siamo su baratri immensi, e non siamo in grado di evitare collassi, vittime di miopie ed egoismi che sconcertano.
Ancora, passando al nostro orizzonte nazionale, il 2010 potrebbe e dovrebbe portarci una politica meno urlata, meno mediatica, meno sbracata, meno demolitrice dell’altro… e più concentrata sulle cose da fare, magari vissuta e sviscerata nelle aule parlamentari e non unicamente sotto i riflettori tv dei salotti buoni. A meno che ci arrivino elezioni anticipate a livello di legislatura, c’è da aspettarsi (come auspicio) un abbassamento dei toni, nel rispetto dei ruoli, dei poteri, delle istituzioni. Ognuno al suo posto, con senso di responsabilità, senza devastanti invasioni di campo. Sarebbe questa una politica normale, che da noi sta mancando da tempo. Ne abbiamo bisogno come il pane, per non incocciare in derive rischiose ed ambigue.
Infine, sotto il profilo strettamente ecclesiale, il 2010 sarà l’anno della Sindone. Un’occasione per tutti, ovviamente, per confrontarsi con quei lineamenti di Uomo sfigurato dalla violenza degli altri uomini, con i segni della passione e della croce. Il silenzio con cui ci si fermerà davanti al lenzuolo più interpellante della storia potrà essere il momento in cui ripensare alle sofferenze dell’umanità, assunte da Colui che si è caricato sulle spalle il limite di tutti, chiedendo conto di quanto si fa o non si fa per il dolore patito, provocato, dilagante. Un anno, il 2010, che ha sicuramente peso specifico, senza scampo.
di Corrado Avagnina

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