Asd Sermig-Ceres 2-1

Pubblicato il 23-05-2019

di Arsenale della Piazza


Uno come il gol che ci permette di vincere il primo tempo. Non bisogna neanche citare il nome del pulcino che ha messo la palla in rete perché segna sempre, non fa più notizia ormai. Per i lettori più disattenti darò qualche consiglio. Ha il 10 sulle spalle, non tanto alto ma agile come una pantera e per l'occasione ha anche ruggito come un leone correndo addosso a tutti gli avversari. Si stiamo parlando proprio di Youness

Due cento anni fa si vedeva l'ultimo samurai. Momo ispirato dal vento dell'Oriente si trasforma in un samurai. Faccia determinata e un solo obiettivo: difendere la propria porta da tutto e tutti, chiunque si avvicinava veniva respinto senza pietà. Le armi di questo nuovo piccolo samurai non sono le spade ma i piedi e la voglia di aiutare la propria squadra... o meglio, famiglia

Tre è il numero perfetto. Lo porta sulle spalle il capitano Amir. L'inizio di partita, però, non è perfetto e sbaglia qualche controllo di troppo ma è nei momenti decisivi che il campione si distingue da un buon giocatore. Nel secondo tempo decide che la partita la dovevamo vincere noi e prima segna da casa sua (beh si casa sua non è così lontana in effetti dal campo) mettendo la palla sotto l'incrocio, poi decide di offrire un giro al bar a tutti gli avversari prima di permettere a Youness di segnare il gol vittoria

Quattro in pagella in italiano alla mamma di un giocatore. Le orecchie dell'arbitro sanguinano ad ogni azione che si sviluppa nei pressi dell'insistente genitore che ogni qual volta passava di lì il suo bambino urlava "Insistisci!!!". Sfortunatamente non era nei poteri del direttore di gara allontanarla dalle tribune ma pure il bambino sembrava d'accordo con l'arbitro visto che perdeva la palla ad ogni urlo della mamma.

Cinque mila i tiri piovuti addosso ad Hakim nel terzo tempo a risultato ormai acquisito. Il Ceres punto nell'orgoglio si è riversato nella nostra area di rigore ma il nostro portiere inizia a parare di tutto, pure le imprecazioni degli avversari quando si vedevano respinti tutti i tiri. Hanno finito la partita più sconsolati di una persona meteoropatica in una piovosa giornata di maggio  

Sei di incoraggiamento ad Abou e Hamdy. I nostri due pulcini più simpatici guardano estasiati la prestazione dei propri compagni di squadra nel primo tempo. Abou dice convinto a mister Enzo "Oggi preferisco guardare la partita: se entriamo in campo sfiguriamo". Hamdy non se la sente di entrare nel primo tempo. Entrambi entreranno nel corso della partita e non sfigureranno affatto dando il loro fondamentale contributo 

Sette sono gli occhi di Stefano. Riesce a vedere tracce di gioco invisibili agli altri senza neanche ruotare la testa, lui la giocata la sente. Sembra uno squalo quando sente l'odore del sangue, sente i piccoli spazi liberi nella difesa avversaria e li fa diventare voragini. La preda è la porta avversaria 

Otto sono i polmoni di Dabi e Prince. Fanno avanti e indietro sulla fascia con la stessa grinta per tutta la partita. Dopo le frecce tricolore ecco le nostre due frecce nere che brillano come stelle e accecano gli avversari. Ogni qual volta la squadra è in difficoltà eccoli spuntare a risolverti i problemi. Problemi calcistici ovviamente, non quelli psicologi, ma magari si possono ingegnare pure per quelli 

Nove ad Enzo. Scelte tattiche e cambi azzeccati ci hanno permesso di sovrastare gli avversari. Il nove di voto si potrebbe anche solo dare per le esultanze sfrenate ad ogni gol dei nostri pulcini; la gioia lo fa ringiovanire di almeno 10 anni e salta come un bambino felice nell'ultimo giorno di scuola 

Dieci a tutta la squadra. Il Ceres aveva fatto terra bruciata vincendo tutte le partite ma non aveva ancora fatto i conti con la forza dei nostri pulcini tra le mura amiche. Non si sono fatti intimorire da niente e nessuno e avevano un solo obiettivo: rendere orgogliosi le persone a cui vogliono bene. Anche Loris, Rayan, Lorenzo e Musta sono stati importantissimi. Sono stati tutti commoventi nella loro lotta su ogni pallone come se fosse l'ultimo. Una grande squadra è composta da grandi bambini

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