Lettera agli amici

Pubblicato il 16-03-2013

di Ernesto Olivero

Agli amici che incontro notte e giorno,
nella mia stanza, in Brasile, in Giordania, in giro per il mondo,
sugli aerei, in macchina, in treno, per strada.

Agli amici che possono telefonarmi a qualsiasi ora del giorno e della notte
e ai quali io stesso posso telefonare a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Agli amici che mi hanno aperto il cuore, regalandomi i loro segreti e le loro confidenze.

Agli amici che sono malati e hanno paura.

Agli amici che credono e ai tanti che fanno fatica a credere
o non credono o dicono di non credere.

Ai miei amici, bambini o ragazzi o adulti, uomini o donne.


Cari amici,
questa lettera, a Dio piacendo, sarà la prima di una serie.
Di tanto in tanto vi scriverò, per scaldarvi il cuore, per raccontarvi quello che ho nel cuore io, quello che nella preghiera ho pensato per voi, o quello che nella vita mi ha fatto più sperare o più piangere. In questa prima lettera voglio raccontarvi la più bella storia d’amore che il Signore mi ha regalato, la storia del mio incontro con Lui.
Con Dio sono a casa da sempre, non mi ha mai fatto paura. La paura mi faceva e mi fa paura, il buio mi fa paura, le angosce mi fanno paura. Dio, mai. Mi bastava pensarLo o alzare lo sguardo e Lui c’era, Dio tutto per me. Non l`ho mai visto come giudice, pronto a punire, ma sempre con lo sguardo trepidante, amorevole, stupito. Mi sembra di aver sempre camminato mano nella mano con Lui. La vita mi ha fatto incontrare sofferenze, pianti, tradimenti che non mi hanno fatto dormire mille e mille notti, ma Lui è stato sempre con me.
Questo è il bagaglio della mia vita e con questo bagaglio il Sermig è nato. Da quel momento, gli occhi di Dio sono diventati un faro, una Presenza, non solo per me ma per tutti gli amici che man mano si aggiungevano e scoprivano la sua Presenza. Che non è misteriosa, è evidente. E questa storia di Dio è diventata storia “sacra”. Questa storia si è fatta casa per tanti.

Quanti bambini hanno trovato maternità e paternità, e quindi sicurezza, in questa storia!
Quante donne violate, maltrattate, sole o con i loro bimbi... nel cuore della notte o a tutte le ore del giorno hanno trovato la porta aperta e finalmente la pace!
Quante lingue sconosciute di uomini che scappavano dai loro Paesi sono diventate per noi familiari! Credo che abbiamo incontrato tutte le sfumature di colore, di razza, di religione ma non abbiamo mai dato dello “straniero” a nessuno. Abbiamo cancellato la parola “nemico”, non abbiamo mai fatto pesare la parola “diverso”. Abbiamo abbracciato la ricchezza di Dio a piene mani.
È questa umanità che ha fatto diventare le nostre case prima di tutto case di preghiera per tutti i popoli del mondo, case di Dio, di un Dio non imposto ma presente. Anche se qualcuno di voi può non credere, anche se qualcuno di voi fa fatica, Dio gli è vicino, discreto, Lui c’è. Noi ogni giorno Lo preghiamo anche per voi. E sento di poter dire che Dio ci e vi ama.
Le nostre case, i nostri Arsenali, sono le case di molti di noi che ad uno ad uno hanno detto di sì a Dio e, grazie a Lui, ai più poveri e ai giovani: un sì semplice, vero e fedele, senza termine e senza condizioni. I nostri Arsenali ogni giorno si aprono anche a molte migliaia di persone. A tutte offrono uno sguardo, una parola, un pasto, un vestito, un letto… Un po’ di speranza.

Cari amici, se la vostra amicizia venisse meno (ma so che questo è impossibile!) dopo pochi giorni – due o tre – chiuderemmo. La vostra amicizia ci è sacra e per meritarcela facciamo l’impossibile: abbiamo cancellato le parole tradimento, doppia faccia, bugie, interesse personale... Se siamo così, è perché ci avete corretto amandoci, non ci avete risparmiato critiche quando le meritavamo e non abbiamo paura di dire che ne accetteremo altre se ci aiuteranno ad entrare sempre più nel progetto che Dio ha su di noi.
Attraverso questa lettera desidero augurare anche a voi di rafforzare o scoprire una storia nuova per la vostra vita, una storia impensabile, una storia che tanto sudore e tanto amore facciano diventare storia “sacra”.
Desidero anche chiedervi di rinnovare la vostra generosità, per continuare ad aiutare, voi e noi insieme, tanta povera gente che bussa alle porte dei nostri tre Arsenali. Farete felici tanti e farete felici anche voi stessi.
Con questo spirito vi aspetto tutti all’Arsenale della Pace, insieme ai vostri cari, quando volete, ma in particolare il 13 dicembre 2012 alle ore 18. Vi racconterò una storia speciale, la storia della Madonna delle tre mani, per noi “Maria Madre dei Giovani”, e ci faremo gli auguri di Natale.

Vi voglio bene!

Ernesto Olivero

Torino, 7 novembre 2012


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