I pellegrini del quotidiano dell’Arsenale di San Paolo

Pubblicato il 05-08-2014

di Lucia Capuzzi

Su ArsenaLive abbiamo già parlato della PIAZZA inaugurata dal nostro Arsenale della Speranza insieme ad un gruppetto di giovani della città di San Paolo in Brasile.
Ora a raccontarla è la giornalista Lucia Capuzzi, sul quotidiano Avvenire, a 1 anno dalla GMG di Rio.
Avvenire.it



di Lucia Capuzzi

Alla Messa di invio, celebrata nella spiaggia di Copacabana il 28 luglio dell’anno scorso
, papa Francesco ha rivolto ai giovani un messaggio importante. L’esperienza di questo incontro - ha affermato il vescovo di Roma - non può rimanere rinchiusa nella vostra vita o nel piccolo gruppo della parrocchia, del movimento, della comunità: sarebbe come togliere l’ossigeno a una fiamma che arde. 

I ragazzi dell’Arsenal da Esperança di San Paolo, gemello brasiliano dell’Arsenale della Pace di Torino, l’hanno preso in parola. All’inizio del 2013, una ventina di giovani del quartiere di Mooca, dove sorge la struttura, ha bussato alle porte della "casa bianca", oasi di accoglienza per oltre 45mila senzatetto negli ultimi 18 anni. «Avevano saputo della partecipazione del Sermig- Fraternità della Speranza alla Giornata mondiale della gioventù e volevano unirsi a noi anche se ci conoscevano solo di nome», racconta Simone Bernardi, dell’Arsenal. 

Così, insieme «ci siamo preparati, abbiamo organizzato varie iniziative per raccogliere fondi e finanziare il viaggio ed abbiamo vissuto il grande momento di Rio», aggiunge il ragazzo. Fin qui la storia è abbastanza classica. Il meglio, però, è venuto dopo la Gmg. «Abbiamo deciso di non vivere di ricordi e nostalgie. Ci siamo detti: perché quest’esperienza così bella e intensa non deve continuare?». E, così, hanno fatto. La comitiva di viaggiatori riuniti dall’entusiasmo per Rio 2013 si è trasformata in gruppo di "pellegrini del quotidiano".

«Come prima cosa abbiamo cominciato a valorizzare lo spazio di una vecchia cappellina dedicata alla Madonna di Aparecida, di proprietà delle Ferrovie, e semi- abbandonata», racconta il giovane. La cappella si trova proprio in fondo alla strada su cui si affaccia l’Arsenal. Tutti i venti la conoscevano. Fino ad allora, però, nessuno di loro si era fermato a guardarla. Poi, dopo Rio, «qualcosa è cambiato. Da agosto, ogni sabato pomeriggio e mercoledì sera, abbiamo lavorato per ricavarvi uno spazio aperto ai giovani e a tutte le persone di buona volontà – afferma –. Il messaggio era: "Noi ci siamo, se vuoi inventare qualcosa di bello, siamo qui"».

In breve, tanti hanno risposto all’appello. La cappella e la piazzetta adiacente sono diventati un punto di riferimento per "il popolo" di Mooca. «I bambini vengono a giocare nello spiazzo. Prima era un luogo degradato. Ora è aperto e colorato». I "pellegrini", inoltre, ripuliscono ciclicamente le strade e organizzano momenti di riflessione e preghiera. Dal 1 al 3 agosto saranno in ritiro all’Arsenal per rinnovare le motivazioni e le forze, sotto la protezione di Maria Madre dei Giovani. «La preghiamo che ci aiuti a dare ossigeno alla fiamma accesa a Rio. Perché la luce non si spenga».

 

 

 

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