Appuntamento decisivo

Pubblicato il 14-06-2024

di Edoardo Greppi

L’8 e il 9 giugno i cittadini saranno chiamati al voto per eleggere i 76 membri italiani del Parlamento europeo (pe). Il sistema elettorale è proporzionale, e l’assegnazione dei seggi avviene in modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti ricevuti. L’Italia usa il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso. Determinato il numero dei seggi spettanti alla lista in ciascuna circoscrizione, sono proclamati eletti i candidati con il maggior numero di voti di preferenza. Ai fini dell’elezione dei membri italiani al Parlamento europeo, le liste devono avere conseguito almeno il 4% dei voti validi espressi a livello nazionale. In Italia ci sono cinque circoscrizioni elettorali, di dimensione sovraregionale. A ogni circoscrizione elettorale è assegnato un numero di seggi in base alla popolazione residente. Gli elettori scelgono tra i candidati presenti nelle liste della propria circoscrizione di residenza: Nord occidentale, Nord orientale, Centrale, Meridionale, Insulare. Il collegio dell’Italia Nord occidentale (Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta) ha 20 seggi, e l’elettore può esprimere tre preferenze.

Il Parlamento europeo è una delle sette istituzioni dell’Unione europea, ed è l’organo che rappresenta i popoli degli Stati membri. I 720 parlamentari modificano e approvano la legislazione dell’Unione Europea congiuntamente al Consiglio (nel quale siedono i rappresentanti dei governi degli Stati membri dell’ue), compreso il bilancio pluriennale e annuale. Altre istituzioni dell’ue, come la Commissione europea, rispondono del loro operato al pe.

Il Parlamento, inoltre, elegge il presidente della Commissione europea e svolge un ruolo essenziale nella valutazione, attraverso audizioni individuali, dei commissari designati. Il sistema istituzionale dell’Unione realizza un delicato equilibrio tra esigenze e rappresentanze diverse. Il Parlamento è l’organo democratico rappresentativo dei popoli; il Consiglio è l’organo nel quale si esprimono gli interessi degli Stati; la Commissione è chiamata a operare nell’interesse generale dell’Unione, al cuore di un sistema che presenta caratteri sovrannazionali. Il Consiglio europeo, composto dai capi di Stato o di governo, fissa le priorità e gli orientamenti programmatici principali.

In questi anni il processo di integrazione europea sta vivendo una fase di stallo e di incertezza. L’Unione è sostanzialmente realizzata nella sfera economica, commerciale e monetaria. L’ue non ha, tuttavia, ancora affrontato seriamente le grandi scelte strategiche della dimensione politica.
Non solo, ma la scena politica è spesso dominata da alcuni partiti – non solo in Italia – che si dichiarano “sovranisti”. Il cosidetto “sovranismo” è, in realtà, nazionalismo e, come tale, è pericoloso. Ce lo insegna la storia del Novecento.

L’attuale configurazione della comunità internazionale vede alcuni grandi protagonisti, in primis gli Stati Uniti e la Cina. Sono in corso due grandi conflitti (in Europa e in Medio Oriente) e alcuni altri di minore intensità, ma non meno preoccupanti. L’Europa dovrebbe giocare un ruolo di primo piano, ma l’ue non ha una propria politica estera capace di esprimere posizioni forti, da adottare a maggioranza e non all’unanimità. In un continente che vive una terribile guerra di conquista (conseguente l’aggressione russa all’Ucraina), l’ue non ha ancora quella politica di difesa e sicurezza comune che con passione voleva Alcide De Gasperi. Se l’Europa avesse avuto un esercito, ha affermato il presidente Romano Prodi in un’intervista al Corriere della Sera il 29 marzo scorso, «Putin non avrebbe attaccato l’Ucraina». Un grande statista, Luigi Einaudi, bollava come “pasticcioni” coloro che ritenevano che l’integrazione economica avrebbe efficacemente preceduto l’unione politica. Riteneva vero e necessario fondare l’integrazione in senso federale sulle grandi scelte politiche e istituzionali.

L’ex presidente del Consiglio Mario Draghi ha recentemente ammonito: «È un momento critico per l’Europa, ed è sperabile che ci tengano uniti quei valori fondanti dell’Unione Europea che ci hanno accompagnato fin qui». Ha anche aggiunto che «bisogna capire che le sfide che abbiamo davanti sono sovrannazionali. (…) Occorre cominciare a pensare a un’integrazione politica europea, a un Parlamento europeo come vero Parlamento dell’Europa, pensare che siamo italiani ma anche europei». Le regole attuali sono quelle dell’Unione a 12 membri, e gli Stati ora sono 27. Alcuni processi decisionali sono inadeguati, il modello di funzionamento stabilito alle origini, secondo Draghi, «si è dissolto». L’elezione del Parlamento Europeo è un’occasione da non sprecare, per ridare slancio al sogno di un’Europa unita, autorevole e fondata sui valori della libertà, della democrazia e del rispetto dei diritti umani.


Edoardo Greppi
NP maggio 2024

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