Altroquando e dintorni: Mais & alieni

Pubblicato il 12-09-2011

di Andrea Gotico


Ho capito subito che sarebbe stata una mattinata storta quando il trattore, dopo aver fatto una fumata nera, mi piantò come un baccalà alle sei di mattina, in mezzo al campo di mais...

Trantor l'alieno

 

Ho capito subito che sarebbe stata una mattinata storta quando il trattore, dopo aver fatto una fumata nera, mi piantò come un baccalà, alle sei di mattina, in mezzo al campo di mais.
Nonostante smanettassi col motore tirando giù tutti i santi del paradiso, il trattore non ne volle sapere di ripartire e così tirai fuori Rita e Tony, i due buoi più grossi che ho e li legai con una fune al gancio davanti.
Mentre stavo trainando il trattore verso casa - erano già le sette - sentii un rombo tremendo, come se un aereo stesse precipitando e vidi una specie di portacenere fiondarsi con una velocità incredibile nel mio campo e toccare terra con delicatezza a 100 metri da me. Prima di riuscire a capirci qualcosa il portacenere si aprì e ne uscì un affare piuttosto strano, che con tre gambe venne con andatura decisa verso di me.

In un altro momento, mi sarei girato e me la sarei data a gambe
, mollando lì tutto, ma avevo già ingoiato talmente tanta rabbia per la faccenda del trattore che restai lì con aria di sfida a vedere come andava a finire.
Il coso si avvicinò: era brutto forte e aveva tre occhi, uno per antenna. Quando mi arrivò a tiro, prima emise un ronzio come una radio che cerca la stazione, poi, dopo aver armeggiato con dei pulsanti che aveva sul davanti mi disse: "È qui il campo di Carter?"
"Certo che è qui - risposi - e voi che ci fate sul campo di Carter?"
"Gli altri non sono ancora arrivati?"
"Gli altri? Quali altri?"
Fece un gesto con le antenne che mi sembrò di disappunto, ma, se lo era, la voce non lo tradì.
"Gli altri per il Meeting"
"Quale Meeting? Quello dei robivecchi?"
" Il Meeting intergalattico di Snapps"
Non mi scaldai, ma gli dissi con decisione: "Senti amico, non so di dove vieni, ma so che se tu e i tuoi amici che devono arrivare siete ancora qui quando io sarò tornato da casa con il fucile, la tua bagnarola avrà talmente tanti buchi che la scambierai per uno scolapasta. E adesso vattene dalla mia proprietà!"
Rimase lì un momento, come se pensasse al da farsi, i suoi tre occhi ruotavano come le palline di un flipper.
Incominciai a sentire la paura. E se questo tira fuori un aggeggio che mi incenerisce come paglia?
Reagii con decisione e gli urlai: "Non hai sentito? Via di qui!!"
Si girò e si incamminò verso il portacenere.
Quando il coso fu alto in cielo, sospirai di sollievo e ripresi la marcia verso casa con tutte le mie carabattole.



Ma quel mattino era davvero speciale.
Dopo nemmeno due minuti ecco un altro tuono terribile e nel tratto di campo tra me e la casa atterra con eleganza una specie di barca a vela gigantesca.
Scese una specie di pallone grande un metro che rimbalzò verso di me.
Sentii le budella che mi si annodavano per la rabbia e scattai come un centometrista con la vanga in mano.
Arrivai a tiro della palla e menai un fendente con la vanga e poi un altro e un altro, ma dopo due minuti ero a terra sfinito e non lo avevo preso neanche una volta.
Quando mi vide per terra con la lingua di fuori, la palla mi chiese con molto garbo: "Scusi signore è questo il campo di Carter?"
"Siii" sospirai con fatica senza poter aggiungere altro.
"Sono già arrivati gli altri per il Meeting intergalattico? "
Lo guardai con tanto odio che fu un miracolo se non si bruciò.
Aspettai due buoni minuti, sbuffando come un mantice, prima di rispondere.
Mi alzai e gli dissi: "Senti, pallone gonfiato, ho avuto una mattinata terribile e non voglio che finisca peggio. Alza il tuo molle deretano da questo campo, torna a bordo della tua tinozza, accendi la radio e avverti tutti gli amici tuoi che QUI NON C'È NESSUN MEETING, CAPITO?!?!!" Le ultime parole gliele urlai e lo spostamento d'aria respinse indietro il pallone verso la barca.
Scomparve a bordo e se ne andò.

Quando la "fortuna" volle, arrivai a casa con buoi e trattore e andai in cucina per vedere di mandar giù qualcosa.
Intanto pensavo a quei due squinternati che avevano invaso il mio campo.
I casi erano due: o erano scappati da un circo per malati mentali o venivano da un altro mondo. Inoltre avevano parlato di meeting intergalattico: io non me ne intendo, ma mi pare di ricordare che la galassia sia una specie di granaio di stelle, cioè dove ci sono tante stelle tutte assieme... Al diavolo, più ci pensavo e meno ci capivo.
L'unico che poteva darmi una mano era Stuart, che aveva un telescopio sul tetto e tutte le notti sbirciava in su.
Saltai sul camioncino e partii con una sgommata. La casa di Stuart era a due chilometri e sarei arrivato in un attimo... invece dopo 20 minuti non ero ancora arrivato e dopo mezz'ora - su certe cose non sono tanto sveglio - mi ritrovai nel cortile di casa mia. Ci pensai sopra un'altra mezz'ora e capii che in qualche modo ero isolato. Non so come potesse essere successo ma era così. Non mi preoccupai tanto; la dispensa era piena da scoppiare e c'era un sacco di lavoro da fare, non avevo tempo per gingillarmi sopra queste cose.
Andai a seminare nei solchi che avevo già fatto.

A mezzogiorno mentre stavo cucinando, sentii chiamare dal cortile. Andai alla finestra e vidi un paio di cosi come quelli della mattina, però diversi. Uno sembrava un pipistrello piuttosto grande ma aveva delle ali bianche, l'altro pareva un sasso rotolato lì per caso.
Mentre stavo scendendo, pensai - strano, eh? - a come dovevo comportarmi con loro. Li avrei presi volentieri per il collo, ma avevo l'impressione che il fatto di essere isolato e di non trovare più la casa di Stuart dipendesse da questi tizi che mi stavano invadendo la terra. Decisi di usare un metodo un po' più morbido.
"Allora, p... mondo, si può sapere dov'è finita la casa di Stuart eh? E non mi dite che voi non c'entrate! Da quando i vostri compari sono spuntati nel mio campo, non c'è più niente che va per il verso giusto. Avanti, che cosa avete fatto alla strada? Eh? E alla casa di Stuart? Dov'è? Spiegatevi prima che perda la pazienza".
Dopotutto - pensai - la miglior difesa è l'attacco!

FINE PRIMA PARTE

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