APOCALYPTO: Mel Gibson e i Maya

Pubblicato il 11-10-2011

di Davide Bracco


Sta per tornare nelle sale Mel Gibson con il suo nuovo lungometraggio, già definito dalla critica: “sanguinario”. Il film è stato recentemente candidato ai Golden Globe. L’appuntamento nelle sale è per il 5 gennaio.

di Davide Bracco

 

Quindicesimo secolo, Messico, penisola dello Yucatan. Prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli la vita scorre tranquilla ma qualcosa sembra presagire la fine imminente dell’impero maya. I sacerdoti per ingraziarsi gli dei e proteggere i raccolti scelgono come vittima sacrificale Jaguar Paw e lo strappano alla moglie Seven e al figlio. Jaguar riesce a scappare ma viene prontamente inseguito. Riuscirà il nostro eroe a riunirsi alla famiglia e a vendicarsi dei suoi sanguinari capi, riportando pace e giustizia nel suo villaggio?

Questa in breve la storia del nuovo attesissimo film di Mel Gibson “Apocalypto” dopo lo strepitoso successo di “The Passion” (oltre 612 milioni di dollari di incasso). Il tema dell’uomo in fuga nelle parole di Gibson: “Da sempre voglio fare un film costruito tutto sul concetto dell’inseguimento. E ho pensato: ci sono inseguimenti sui treni, d’auto, a cavallo – raramente ho visto inseguimenti a piedi! È una bella idea: è così minimale la corsa a piedi! Poi ho iniziato a pensare all’ambientazione, il posto giusto nel periodo storico giusto. Così siamo arrivati ad ambientare il film in un posto reale nell’America pre-invasione europea, nell’ Honduras”.
Dopo il racconto degli ultimi giorni di Gesù, Gibson si avvicina ad un periodo storico poco trattato dal cinema. I due film hanno qualche cosa in comune in quanto anche in questo caso il parlato degli attori sarà la loro lingua originale maya (lo yucateco) che sarà sottotitolata in inglese come in “The Passion” era tradotto l’aramaico.

Come nel lavoro precedente, Gibson sembra intenzionato ad indagare una civiltà scomparsa nel profondo delle sue origini e tradizioni mistiche e religiose mescolando il genere epico e thriller. Una civiltà che nel film sembra già sentire vicina la sua fine (ben prima dell’arrivo dei conquistatori) nella storia di una ribellione di un giovane maya all’ordine costituito dai sacerdoti. Una vicenda per certi versi universale quale quella di un uomo, la sua donna e suo figlio e i loro contrasti con la comunità di riferimento.
Speriamo che il film sappia coniugare al meglio veridicità storica e esigenze spettacolari come è solito fare Gibson (in questo senso “Braveheart” era davvero esemplare). E che Mel “Mad Max” Gibson sia parco di dichiarazioni fondamentaliste spesso lontane dal dialogo e dalla comprensione.

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Hu, hu, Apocalypto …

 

 

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