Campioni del mondo: il giorno dopo

Pubblicato il 31-08-2009

di Andrea Gotico

La partita di ieri sera mi ha fatto fare una riflessione critica, un esame di coscienza come ogni volta che c’è un avvenimento importante…

di Ernesto Olivero
A me è spiaciuto veramente moltissimo che Zidane abbia reagito in quel modo. Ne traggo questa conclusione con l’aiuto di un esempio che faccio spesso: anche se fossi Schumacher, non potrei frenare improvvisamente sul ghiaccio senza correre il rischio di andare a sbattere. Anche quando si è “grandi” ci vuole un atteggiamento umile fino all’ultimo secondo. Al di là di tutto, Zidane poteva avere tutte le ragioni di essere arrabbiato, la sua reazione irruente ci ha lasciato di stucco, non ce l’aspettavamo da un grande campione come lui. Sono contento che l’Italia abbia vinto, lo speravo, ma ripeto, vedere quell’immagine di Zidane mi ha fatto del male.

Una seconda riflessione l’ho fatta vedendo i festeggiamenti del dopo partita. Che cosa dobbiamo fare per convincere tutto il mondo a scendere in piazza per dire: “La pace è possibile!”? Ieri sera eravamo tutti contenti, abbiamo perso la testa per una pallone, siamo scesi in piazza a milioni per fare festa. Mi chiedo perché non scatta lo stesso coinvolgimento dinanzi a un bambino che muore di fame, a vittime innocenti di attentati, a famiglie costrette a fuggire dalla loro terra insanguinata dalla violenza e dall’odio, ad armi sempre più sofisticate e letali.

A me piacerebbe che inventassimo un avvenimento come i Mondiali di calcio che spingesse la gente ad uscire dalle case per dire: “È possibile dare da mangiare agli affamati. È possibile vivere in un mondo in cui gli uomini di tutte le etnie si vogliono bene e si rispettano”.

Al termine di questo Mondiale di calcio abbiamo un motivo in più per chiederci: cosa e come dobbiamo fare di più per costruire un mondo più in pace e più giusto?

Intanto adesso mi piacerebbe invitare Zidane qui all’Arsenale della Pace per consolarlo, perché anche lui è un uomo e certamente starà male per quello che è successo… piangere con chi piange, soffrire con chi soffre ed essere contenti con chi è contento.

In fondo però, al di là della partita che abbiamo vinto - e noi ne siamo certamente contenti - il mondo non è migliorato questa notte, ma noi potremmo farlo migliorare.

Ernesto Olivero
Nelle foto: festeggiamenti a Torino

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok