Coca di Natale

Pubblicato il 31-08-2009

di Gian Mario Ricciardi


Neppure le feste sono esenti dalla polverina che ti fa sentire onnipotente. E ti lascia “al tappeto”. 

di Gian Mario Ricciardi 


Quanta polvere bianca assedia presepi ed alberi di Natale. È un fiume sotterraneo incontrollabile, nonostante gli arresti d’ogni giorno. Sono sempre di più i cocainomani. Sniffano in ufficio, in auto, a casa, nei salotti, nei retrobottega, in treno come in aereo. Il nuovo mix, la droga di Natale o dei giorni di festa è un mix di sballo ed alcool. Chi bussa, ogni giorno, alle porte dei sert italiani, cinquecento scialuppe di salvataggio per non schiantare d’overdose, ha un volto nuovo. Ha sempre di più tra i 20 e i 24 anni. Cocainomane o consumatore di droghe sintetiche, spesso ubriaco perché utilizza l’alcool come collante delle varie sostanze. Ha sempre di più il volto di professionisti, di gente che non fa questione di prezzo, ma di tempo.
Gente che sniffa per poter continuare a correre da un impegno all’altro, da un appuntamento magari galante all’altro senza mai salire sul treno della normalità. La cronaca registra casi di medici che tirano prima dell’intervento, di politici che lo fanno prima di parlare al microfono, di quaranta- cinquantenni che non ne possono più fare a meno. E le prove a Torino come a Roma o Firenze finiscono nel Po, nel Tevere e nell’Arno. Documentano valanghe di dosi. Tredicimila, in media, ogni giorno a Torino. è un dato pazzesco che finalmente alza il velo sull’apparente normalità di tante vite. Vite che poi s’incrociano sotto i portici d’ogni città.

Gli arresti di pusher si susseguono a raffica. Purtroppo vengono immediatamente sostituiti e il fiume di polvere che finisce nelle tasche o nelle borsette, soprattutto nei fine settimana, s’ingrossa sempre di più.
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Ed ognuno dei clienti lo fa nella folle ed inesistente sicurezza di non finire mai ko. E invece ko finiscono almeno in 170 mila, ogni anno. E la maggior parte di loro ha chiesto o chiede d’essere curato dopo i quarant’anni. Cala e di molto il numero degli eroinomani. I nuovi tossici sono in giacca e cravatta, ma sempre di più non sanno nulla di ciò che si mettono dentro. Una volta, raccontano gli esperti, i giovani sapevano tutto delle sostanze ora non distinguono tra acidi, canapa, coca. Quindici anni fa il gruppone più numeroso era quello tra i 25 e i 29 anni, ora è quello oltre i 40 anni salito dal 2,8 per cento del 1991 al 27 per cento di oggi.

Così sempre di più tra i malati ci sono professionisti affermati in preda a delirio e contemporaneamente diciottenni sorpresi dai genitori a pronunciare frasi insensate per aver ingurgitato quella che sembrava erba ma era magari eroina presa a scuola. La cocaina? Fa tendenza e i consumi dilagano. E questo avviene anche perché sono andate in frantumi alcune difese fino a ieri naturali. Negli anni Ottanta il drogato faceva paura, ora invece non più. Di chi la colpa?

di Gian Mario Ricciardi
da Nuovo Progetto dicembre 2007

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