Guido io

Pubblicato il 12-09-2023

di Carlo Degiacomi

(Le due precedenti puntate sono state pubblicate su NP di aprile e di maggio)

Abbiamo concluso nello scorso numero: «Sicuramente non possiamo lasciare al motore a scoppio il ruolo da protagonista che ha oggi». L’idea di mobilità cambierà in fretta: con oltre 246 milioni di auto, il parco di auto circolante oggi in Europa non è solo da sostituire, ma anche da ridurre. Una previsione è che nel giro di poche decine di anni si arriverà in Italia a ridurre il numero delle auto in circolazione di 10/15 milioni di mezzi. Per forza dovrà mutare il concetto di possesso e di riconoscimento sociale, specie nelle città, favorendo l’utilizzo di mezzi diversi come mezzi pubblici (metropolitana, treni, autobus), il car-sharing, il noleggio. Gli investimenti del pnrr sono orientati a oggi verso linee di metropolitana, treni regionali e urbani con corse più frequenti, dimezzando i tempi di passaggio.


Centrale è il concetto di interdipendenza tra i settori: conta sempre di più integrare l’uso delle auto con la mobilità in generale. Cito due esempi che sono sempre meno avveniristici e sempre più attuali: l’integrazione tra automobile e digitale e la guida autonoma. La novità sta nel promuovere l’uso dell’auto come servizio e non come possesso. Consideriamo le strategie in atto della Toyota (con la Kinto Share). Si propone al cliente la migliore soluzione per gli spostamenti in base alle esigenze del momento. L’auto fa parte del servizio e non è più il centro. Tra gli strumenti utilizzati: car sharing, auto in abbonamento, noleggio a breve e lungo termine, specie per il trasporto casa/ lavoro. Con applicazioni e piattaforme è possibile acquistare biglietti per treno, per il trasporto pubblico, pagare parcheggi, taxi, noleggiare bici. Un altro esempio interessante riguarda la piattaforma Flixbus basata sul coordinamento di aziende locali di trasporto, attente alle fermate in città sotto i 30mila abitanti. Ha fatto viaggiare circa 10 milioni di persone solo in Italia, 1/6 dei 62 milioni di passeggeri in autobus.

Poi c’è il capitolo della guida autonoma: i maggiori gruppi automobilistici stanno creando un sistema operativo condiviso per la auto hi-tech in collaborazione con Google, Apple, Microsoft, Amazon. Nello specifico, stiamo assistendo a un grande sviluppo degli adas, dispositivi elettronici dotati di intelligenza artificiale, utili alla sicurezza e alla guida autonoma. Le auto autonome potrebbero essere realtà del giro di 3-4 anni, oggi hanno raggiunto il 3° livello sui 5 previsti prima di essere effettivamente utilizzabili.
Questo è quanto riguarda lo sviluppo tecnologico, altro discorso è il piano culturale e legislativo. Da un lato la prospettiva di rapidi sviluppi e miglioramenti sia della tecnologia che delle infrastrutture necessarie; dall’altro lato il gradimento e l’utilizzabilità oggi dell’auto elettrica e i suoi costi oggi.

A seguito di corretti (e non strumentali) ragionamenti e informazioni generali (economiche, ambientali, sociali) si può entrare nel merito dei dettagli, dei conti e delle convenienze, purché dentro a un discorso di prospettiva, tenendo in considerazione i rapidissimi passi compiuti e che si compiranno nei prossimi due o tre anni (con la speranza che anche il nostro Paese si impegni seriamente e segua quanto gli altri Stati stanno facendo).
Le auto elettriche costano in media il 25/30% in più di un modello analogo con motore termico, a causa soprattutto del costo del pacco batterie. Estendendo le quantità e i modelli, il prezzo potrebbe scendere in fretta. Molti studi sostengono che molti modelli medi, entro 4 anni saranno competitivi con i modelli a motore a combustione interna. I costi di manutenzione dell’auto elettrica, essendoci molto meno componenti sono minori dal punto di vista del “motore”. Vanno inoltre considerati il minore costo del bollo e altri vantaggi.

Chi si può permettere oggi l’auto elettrica? Che costi reali ha? A quale livello di tecnologia si è arrivati? Chi ci è arrivato? Conviene di più o di meno dell’auto con motore tradizionale? Invece di riconoscere che stiamo vivendo un tempo di grande e rapida trasformazione, molti “esperti” improvvisati – specie sui social – preferiscono fare calcoli spesso errati per dare contro all’elettrico, per scoraggiare l’acquisto, per prolungare il passato. Si possono fare calcoli seri dei costi, avendo presente che vi sono molte variabili.
Grande è il vantaggio se si hanno le prese a casa e nel condominio e magari i pannelli solari sul tetto: costo medio 0,52 kWh a casa; 0,89 kWh a una spina in luogo pubblico (quasi il doppio). Il pieno costa circa 20 euro a casa (ottimo se si hanno pannelli solari); circa 35 euro alla spina urbana. Per un motore a benzina, calcoliamo 40 litri di carburante per circa 75 euro di spesa. A seconda dell’uso e della guida si percorrono circa 650 km. Il costo quindi è più o meno uguale a oggi. Ma diamo uno sguardo al futuro: le auto consumeranno in media 14/15 kWh per 100 km nel 2030 (1/3 di oggi).

Sono però ostacoli superabili, basta avere una strategia a lungo termine, superare posizioni difensive che ci impediscono di immaginare il futuro, costruirlo, anticiparlo. Ricordo che l’Italia è stato l’ultimo Paese occidentale a proibire il piombo nella benzina. Eppure è stata una scelta indispensabile per la salute e per l’ambiente.


Carlo Degiacomi
NP giugno / luglio 2023

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok