GUINEA: STATO D’ASSEDIO

Pubblicato il 31-08-2009

di Andrea Gotico

Ieri sera, poco dopo le 20 ora locale, attraverso un discorso trasmesso dalla televisione nazionale, il presidente Lansana ha decretato lo stato d’assedio nel Paese, fino a venerdì 23 febbraio p.v.

A cura della redazione
 Dichiarato lo stato d’assedio in Guinea ieri sera, 12 febbraio. La misura è stata adottata per arginare le numerose violenze verificatesi nel fine settimana in tutto il Paese, dopo che – venerdì 9 febbraio - il Capo dello Stato aveva nominato Primo Ministro il Sig. Eugène Camara. Si era trattato di una scelta unilaterale del Presidente, non concertata con i sindacati, come prevedeva l’accordo raggiunto il 31 gennaio scorso dopo faticosi negoziati, nei quali le Chiese cristiane hanno avuto un ruolo di primo piano.

Tra l’altro il Sig. Camara era membro del Governo da un decennio, e non offriva nessuna garanzia alla popolazione, che esigeva un nome nuovo, una persona che non fosse complice del malgoverno. Stamane era prevista una riunione di concertazione tra sindacati, governo e presidente, ma i primi l’hanno disertata, ritenendo ormai trascorso il tempo della concertazione. Si è così scatenata l’ira dell’opposizione e di gran parte della popolazione, che reclama ormai che il Presidente Lansana lasci definitivamente il potere ed è decisa a combattere ad oltranza per ottenere questo risultato.

Della situazione hanno approfittato bande di delinquenti armati, che hanno compiuto violenze e operato distruzioni e saccheggi in tutto il Paese, mescolandosi con i manifestanti. Le strade sono impercorribili a causa delle barricate create dai manifestanti. AirFrance ha sospeso i voli a destinazione Conakry.
Per arginare tali fenomeni, ma anche per imbavagliare l’opposizione, il decreto che istituisce lo stato d’assedio proibisce le riunioni e trasferisce i poteri di polizia all’esercito, che potrà controllare le comunicazioni telefoniche, e la posta, ed eseguire perquisizioni domiciliari di giorno e di notte. Contro le violenze dei militari non è dato appello. È stata revocata l’autorizzazione all’uso delle frequenze radiofoniche. Radio France Internationale non si capta più in Guinea. La libera circolazione è stata drasticamente ridotta: veicoli e persone non possono circolare se non dalle 16 alle 18.

Gli osservatori più attenti si chiedono fino a quando i militari continueranno a sostenere il regime del Generale Lansana o se non siano già in corso trattative con l’opposizione per spodestarlo, il che potrebbe aprire da un momento all’altro lo scenario inquietante di una guerra civile, finora risparmiata alla Guinea. Sierra Leone e Liberia, pur temendo un rigurgito di profughi e sfollati, che non sarebbero in grado di gestire, non hanno preso finora misure efficaci per contribuire a trovare una soluzione alla crisi in atto in Guinea.

L’iniziativa di mediazione annunciata dalla Comunità Economica dei Paesi dell’Africa Occidentale (CEDEAO/ECOWAS) nel Vertice di Ouagadougou (Burkina Faso) del 19 gennaio scorso, e sostenuta anche dalle Nazioni Unite e dall’Unione Africana, non ha mai avuto luogo per la manifesta ostilità dalle autorità nazionali.
Di fronte a un’opinione pubblica indifferente al dramma che si sta consumando in questo piccolo Paese dell’Africa Occidentale - si deve scongiurare la guerra civile e perciò si deve pregare e agire per trovare una soluzione giusta.

A cura della redazione

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