I muri del cuore

Pubblicato il 17-05-2016

di Gian Mario Ricciardi

di Gian Mario Ricciardi - C’è voluto Francesco, venuto “quasi dalla fine del mondo” per ricordarci che più in basso non si può scendere. Ci sono voluti un papa e un patriarca per richiamare i troppi nostri muri del cuore e cercare di svegliare le nostre coscienze.
Ma nel mondo ci sono già 45 muri che cercano di ostacolare l’immigrazione. Ora forse arriverà anche il Brennero. L’ultimo, è una barriera alta 4 metri di filo spinato che corre lungo i 175 chilometri della frontiera fra Ungheria e Serbia. Così viene spezzata la rotta balcanica, via di fuga dei popoli del Medio Oriente nella morsa della guerra. Che conquista!
In Macedonia c’è un pre-muro, nell’area presidiata dai militari della Fyrom (ex Repubblica Jugoslavia di Macedonia).
Costruito originariamente per arginare l’arrivo di migliaia di kosovari che attraverso la Serbia giungono in Ungheria, il primo avamposto dell’Ue, ora ferma i cosiddetti immigrati economici in cerca di un lavoro.

In Bulgaria, dal 2014 c’è una barriera ai confini con la Turchia. La sua edificazione è stata approvata per contrastare l’immigrazione dal Medio Oriente: 160 chilometri di filo spinato. Tutto comincia negli anni Novanta quando cade il muro di Berlino (1989). E tutto ricomincia a Melilla. È un muro fatto di due barriere di filo spinato con lo scopo di bloccare l’immigrazione dal Marocco nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla. Le barriere sono lunghe 8,2 chilometri a Ceuta e 12 a Melilla, alte fino a 7 metri. Sulle reti sono installate telecamere, filo spinato e sensori di controllo all’interno delle quali corre una strada pattugliata giorno e notte. Periodicamente i migranti le prendono d’assalto per entrare in Europa come pure scendono in piazza migliaia di spagnoli per protestare contro le due barriere al grido dello slogan: “Più ponti e meno muri”.
Ed eccoci all’altro steccato per difendere le frontiere esterne dell’Unione europea. È quello iniziato nel 2012 e in via di conclusione tra la città greca Nea Vyssa e la turca Edirne, costituito di 12 chilometri di barriere e filo spinato.

Veniamo a Calais. La Gran Bretagna ha concluso con la Francia un accordo per finanziare con 15 milioni di euro una palizzata che renda il porto sempre più inaccessibile ai migranti somali, sudanesi ed eritrei che cercano di raggiungere via mare l’Inghilterra. Tra tutti questi, un muro particolare. È un cumulo di macerie, sabbia e pietre che spacca in due la città di Mitrovica, nel Kosovo. Se la parte nord della città è rivendicata dai serbi, quella a sud è appannaggio quasi esclusivo degli albanesi.

Tante parole ma inferriate alle finestre. Nessuno vuole i poveri, soprattutto i più ricchi Paesi del Nord che minacciano di lasciare l’Unione. L’esodo biblico è drammatico certo. Divide e dividerà perché non può essere risolto con un colpo di bacchetta magica. Infuoca la politica, complica i rapporti, dilania comuni e comunità scatenando ombre e timori. La Lega contro i vescovi, i vescovi e i cattolici sotto attacco. Destra e sinistra macerati e mescolati nelle stesse paure, scomposti nei loro sospetti si ritrovano in scelte e soprattutto parole spesso in contraddizione. Impressiona il numero di bambini che arrivano da soli, messi sui barconi della speranza da padri e madri che sanno dei rischi e del mare dei fantasmi ma sanno anche del nulla delle loro terre e rischiano con un gesto che è atto d’amore anche se sembra tutt’altro. Impressiona soprattutto il silenzio colpevole e agghiacciante dell’Europa. E intanto i naufragi non finiscono mai nonostante gli appelli di Francesco e Bartolomeo I a Lesbo. Anche mister Facebook scrive: “Speranza, non muri”. Anche Mattarella chiede all’Europa meno barriere. Anche Renzi chiede un piano, ma intanto, ogni notte migliaia di disperati, a piedi, nei boschi, cercano una via per l’Europa che resta sorda, concentrata sui tagli e le banche da salvare. Ma che senso ha?







Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok