Il mio mondo è un blog

Pubblicato il 31-08-2009

di Marco Grossetti



Il mondo degli adolescenti su internet: una nostra indagine su 50 blog per raccontare i loro sogni.

di Marco Grossetti

Blog è l’abbreviazione di “weblog”: letteralmente, un sito (Web) in cui si scrivono appunti, diari (Log); praticamente, un sistema che attraverso l’iscrizione gratuita ad appositi siti permette la pubblicazione istantanea di testi su una pagina internet.
Ma che uso ne fanno gli adolescenti? La nostra indagine è stata condotta su ca. 50 blog. Non è stato facile individuarli, finché non abbiamo individuato una parola chiave scritta con un linguaggio “in codice” (tipo “4mor3” per “amore”). L’analisi è stata condotta anche su alcuni forum, a partire dall’età o dai nomi di discoteche frequentate.

 

Benvenuti in un altro mondo. Piccolo, colorato, meraviglioso, fottuto, fashion. Pensavate di averli fatti stare zitti e invece loro non hanno mai avuto tante cose da dire. Non hanno più bisogno di scrivere sui muri o nei bagni della scuola per dimostrare che esistono.
Ragazzini ubriachi di informazioni, sommersi da stimoli e consigli per gli acquisti. Noi pensiamo di averli sotto controllo sempre. Loro non si sono mai sentiti liberi come adesso. Hanno uno spazio personale, dove scrivono con il linguaggio che hanno inventato. Dove sono loro a decidere la colonna sonora, a mettere nero su bianco cosa amano e cosa odiano, a urlare al mondo emozioni, sogni, speranze.

Primi protagonisti di una rivoluzione che dà a tutti libertà d’espressione, che sprigiona la fantasia e stimola la voglia di raccontarsi, diventano produttori di notizie, di contenuti, di un mondo tutto loro. Filtrano tutto quello che circola nella nostra società con un sistema di valori ancora fragile, con una consapevolezza di se stessi e di cosa li circonda che vuole essere totale ma che forse proprio per questo non è mai stata così parziale, senza avere gli strumenti per distinguere il bene dal male.
Convinti di essere perfetti, di essere già maturi a 14 anni, pronti per tutte le esperienza della vita, in realtà non sono mai stati così poco liberi. E così condizionati.

Riflettono quello che vedono, sono lo specchio del mondo degli adulti. Alle critiche rispondono che non stanno facendo niente di male, solo una piccola parte di quello che vedono fare da noi. Per una ragazza che sogna di studiare al conservatorio ce ne sono 20 che vogliono fare le modelle, con in testa solo diete e shopping. Ragazzini che sul proprio cellulare hanno tutto quello che è vietato ai minori di 18 anni. Che crescono in fretta, mentre il mondo degli adulti non si abbassa a imparare il loro linguaggio, ad usare gli stessi strumenti, a ricercare un codice condiviso. Li guardiamo come bambini, loro pensano sia normale fare come noi, senza aspettare di diventare grandi.

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In un mondo dove nessuno li ascolta ma tutti vogliono vender loro qualcosa, dove non c’è posto per i loro sogni, questo spazio se lo creano da soli. Lo inventano, lo gestiscono, lo colorano. Ogni parola ed ogni immagine è protetta da copyright, come qualcosa di prezioso, importante ed unico.
Davanti ad un computer riescono ad essere veramente se stessi, a dire quello che non verrà mai fuori con mamma e papà a cena davanti alla televisione. Dopo avere tanto ascoltato quello è il momento di parlare. Si sentono veramente liberi, slegati da ogni forma di giudizio, pronti a togliersi la maschera che indossano in famiglia.

La scuola a molti di loro sembra una galera. Quasi che a forza di sentirsi dire che sono passivi, indifferenti ed apatici loro vogliano dimostrare di esserlo davvero. Sì professore, non me ne importa niente. Per rinascere nelle strade, nelle discoteche e in rete. Dove tornano a sentirsi vivi. Dove dimostrano di esistere. Dove giocano a fare i grandi, per poi ricordarsi di quanti anni hanno. Dove amore ed amicizia sono ancora le cose più importanti, quelle che nella vita contano davvero. Dove ritornano ad essere bambini, adolescenti, fragili. Dove ci sono scritte esattamente le stesse cose che c’erano sui nostri diari. Noi li proteggevamo con un lucchetto, loro lo fanno richiedendo una password, le poche volte che non decidono che anche il primo che passa può essere per un momento l’amico del cuore.

Ribellione e indifferenza diventano dolcezza e romanticismo. Ogni storia è l’amore della vita, il principe azzurro destinato a esserci per sempre. Uno spazio dove si ricordano di avere sogni e speranze, dove non fuggono dalla loro vita reale, ma semplicemente la raccontano. Una straordinaria opportunità di condividere, esprimersi, comunicare. Film, foto, musica, amici, un diario che tutti possono consultare, e su cui sono tutti pregati di lasciare un segno, un messaggio, un commento. Perché se nessuno lo fa vuol dire che non esisti.


Dove si fa a gara a chi ha il blog più colorato, più cioccolatoso, più stiloso, più pinkoso, più puzzoloso. Dove l’immagine è tanto importante quanto il contenuto. In rete come nella vita reale.
Nel tempo del villaggio globale in cui il nostro vicino di casa è raggiungibile con la stessa facilità di chi sta dall’altra parte del mondo, i giovanissimi in rete tendono a chiudersi in se stessi. A costruire un proprio mondo, che credono migliore di quello degli altri. Invece di aprirsi si concentrano sempre più su se stessi, per appagare un disperato bisogno di essere ascoltati.

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Per dimostrare che esistono anche loro.
Hanno la possibilità di comunicare con miliardi di persone ma forse non gli avevamo mai fatto avere così poca voglia di conoscere.


Marco Grossetti
da Nuovo Progetto  maggio 2008



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