Il mio posto nel mondo

Pubblicato il 06-07-2024

di Max Laudadio

Due settimane fa ho avuto il piacere di partecipare a un progetto molto interessante dedicato a ragazzi di età compresa tra i 16 e i 21 anni. È inutile sottolineare le difficoltà e le incertezze che la generazione X sta vivendo in questo periodo storico, condizionata prima dal Covid e poi dall’instabilità sociale ed economica che ha portato a un crescendo pericoloso di folli guerre.

Sono sempre stato un fan sfegatato dei giovani, e lo sono tuttora. Amo la vivacità che si sprigiona in quell’età, il fuoco che si accende e si spegne come una luce stroboscopica in discoteca, i down e gli up che si alternano dietro a sogni che nascono e svaniscono come le nuvole in cielo. I giovani, nonostante tutto, trovano sempre il modo di rinascere, e lo fanno contro ogni logica razionale degli adulti. Ma è anche vero che non sempre riescono a trovare così facilmente il loro posto nel mondo. Perché farlo richiede scelte drastiche, a volte poco convenienti o molto faticose, e non è semplice per loro riuscire a comprenderlo. A dire il vero, esistono centinaia, migliaia di adulti che non riescono ancora a sapere quale sia il loro posto nel mondo, perché non è sufficiente l’età anagrafica serve consapevolezza.

Il progetto "Il mio posto nel mondo", finanziato da Regione Lombardia, ha visto partecipare 57 ragazzi dell’istituto isis Valceresio, ed è rientrato nel programma pcto della scuola. Con la collaborazione di otto psicologi di altissimo livello e uno degli psichiatri più importanti in Europa, ha l’obiettivo di raccontare ai partecipanti che ogni essere umano, al di là dell’età, vive e affronta le stesse debolezze, gli stessi errori, le medesime frustrazioni, delusioni, fallimenti, incertezze, ma che poi, se munito di strumenti giusti, riuscirà a trovare il motivo per il quale è nato, la strada verso l’affermazione personale.

Le attività introdotte per ottenere un risultato così ambizioso hanno riguardato quattro grandi sfere: l’io, il noi, il Luogo dove si abita, il periodo storico in cui si vive. È evidente che riuscire a prendere consapevolezza del nostro io ci permette di ottenere la forza per affrontare qualsiasi delusione o fallimento, ma se questo prende l’avvento sul noi – quindi, sulla capacità di relazionarsi con gli altri, nell’ascolto e nel conseguente adattamento – rischia di diventare controproducente.
Anche il luogo dove si abita ha un valore determinante per la nostra crescita, inizialmente perché lì troviamo le azioni tra le quali scegliere, oltre ai primi esempi che impariamo a imitare ma, successivamente, perché può diventare il confronto nel quale possiamo evolvere. Infine, non si può sottovalutare il contesto storico in cui siamo nati.
Oggi la transizione ecologica ci chiama a nuove sfide sociali ed economiche, ma anche a qualcosa di più complesso come “l’ecologia integrale” tanto promossa da papa Francesco nella sua enciclica il Laudato si’. Uomo e natura come unica entità, indissolubile, indivisibile.

L’applicazione pratica di tutte queste grandi tematiche ha portato i ragazzi ad affrontare laboratori inclusivi, come quello di percussioni tenuto da musicisti con disabilità cognitive, o la costruzione di orti biologici collettivi, ma anche incontri personali con gli psicologi e conferenze tematiche con grandi personaggi del mondo dello sport, della tv, o dell’arte che hanno permesso di abbattere ogni diffidenza data dal ruolo che oggi ricoprono.
Trovare il proprio posto nel mondo deve diventare il fine di ognuno di noi e, una volta trovato, diventa il mezzo per la nostra felicità.
 

Max Laudadio
NP maggio 2024

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok