L'Italia non brucia le tappe

Pubblicato il 01-03-2023

di Carlo Degiacomi

Nel 2021 l’Italia aveva una dipendenza energetica al 78%, fra le più alte nell’Unione Europea, dove la media è del 60,5%. Grazie soprattutto alla crescita delle rinnovabili, l’autonomia energetica dell’Italia è aumentata in questi ultimi anni del 9% (arrivando al 22,5%).
Dopo l’invasione dell’Ucraina, gli sforzi per ridurre la dipendenza dall’energia russa sono stati importanti: dal 40% al 18% in 7 mesi, ma il risultato è stato raggiunto aumentando le importazioni da altri Paesi.
Secondo GreenItaly della Fondazione Symbola, l’Italia, che era in linea con gli obiettivi europei al 2020 (20,4%) per l’energia ricavata da rinnovabili, nel 2021 ha diminuito tale quota al 18,9%. Le fonti di energia rinnovabile comprendono principalmente l’idroelettrico, il solare e l’eolico.

N RITARDO SUL TARGET EUROPEO
Per colpa del forte rallentamento delle installazioni, l’Italia è in ritardo sul target europeo RePowerEu al 2030. Le nuove installazioni di eolico e fotovoltaico in attivazione sono meno della metà di quelle che servirebbero per centrare gli obiettivi fissati. Al ritmo delle attuali installazioni (circa 2,5 GW del 2022) non si arriva nemmeno lontanamente alla potenza attesa che corrisponde a 85 GW. Molta responsabilità è della pubblica amministrazione che si rivela poco efficiente a vari livelli, specialmente in ambito regionale, negando il rilascio delle autorizzazioni necessarie. È come viaggiare con il freno a mano inserito.

NEUTRALITÀ CARBONICA ENTRO IL 2050?
Per raggiungere il traguardo degli 85 GW nel 2030, servirebbero una media annuale di 10-12 GW di nuove installazioni rinnovabili d a l 2025, solo per recuperare i ritardi attuali. Altrimenti falliremo l’impegno di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, che – vale la pena ricordare – non è solo un obiettivo nazionale, ma anche un traguardo europeo. La filiera italiana delle rinnovabili in Italia ha prodotto un fatturato complessivo di 23 miliardi di euro per quasi 60mila occupati nel 2019.

TORNARE AI COMBUSTIBILI FOSSILI?
Lo sviluppo coerente con il RePowerEu avrebbe ricadute economiche di 345 miliardi da qui al 2030 per l’Italia, ovvero oltre 38 miliardi medi all’anno, equivalenti al 2,2% del PIL, con la creazione di 470mila nuovi posti di lavoro. Eppure, molti politici e media preferiscono parlare d’altro. In politica c’è chi vuole frenare tornando ai combustibili fossili e chi vuole invece accelerare il passaggio a rinnovabili, efficienza e economia circolare.

LE IMPRESE SEMBRANO PIÙ AVANTI DELLA POLITICA
Nel frattempo, gli altri Paesi europei si stanno mettendo a regime. La Germania, quest’anno installerà 5 GW solo di fotovoltaico e altri 3 di eolico, la Spagna supererà i 3 GW di fotovoltaico e uno di eolico, l’Olanda punta a 3 di fotovoltaico e altri 2 di eolico, la Francia supererà i 2 GW di fotovoltaico e arriverà a 2 di eolico. La Polonia arriverà a 2 GW di fotovoltaico e altri 2 di eolico. Le imprese sembrano più avanti della politica nel rapporto presentato a Ecomondo 2022, l’evento di riferimento per la transizione ecologica. Finalmente 8 aziende su 10 sostengono che il rinnovamento è indispensabile e che la transizione ecologica è necessaria al rilancio; anzi l’impegno su questo fronte è necessario per difendere e aumentare la propria competitività. Si tratta di un campione di 1.000 imprese rappresentative del sistema produttivo italiano. Il 76% ritiene che questo sia interesse non solo della propria azienda, ma dell’intero Paese.

ADOTTARE MISURE PER USARE IN MODO PIÙ EFFICIENTE ENERGIA E ACQUA
Una buona parte degli imprenditori intervistati è passata all’azione, intervenendo sulla propria azienda per adeguarla alle necessità imposte dalla crisi climatica e dalla difficoltà di approvvigionamento di materie prime. Il 55% ha adottato misure per usare in modo più efficiente energia e acqua. E uno su tre sta valutando ulteriori investimenti sulle fonti rinnovabili. Le opportunità ci sono. Ad esempio, per il comparto agricolo, l’art. 8 del DL Aiuti (Governo Draghi) incentiva la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, attraverso la realizzazione di impianti sulle coperture delle proprie strutture produttive. Allo stesso tempo vengono incentivati lo smaltimento dell’amianto sui tetti, l’isolamento termico dei tetti e il miglioramento dell’areazione.

OCCORRE RIMANERE INFORMATI
Infine, come facciamo noi utenti – che siamo in mezzo alle bollette – a sorvegliare che ogni soggetto faccia la sua parte? Come possiamo orientarci tra la riduzione dei consumi superflui di energia, investimenti agevolati sulle case e strumenti energetici vari? Prima di tutto rimanendo informati, cosa oggi poco praticata. Poi fissando l’attenzione su quanto effettivamente conta e non sulle discussioni da bar che sembrano essere l’unico impegno, per ora, dell’attuale classe politica.


Carlo Degiacomi
NP dicembre 2022

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok