Lavoro e lavoratori
Pubblicato il 26-10-2021
Papa Francesco prega perché il lavoro torni umano. Nel 2020 c'è stata una perdita di occupazione «senza precedenti». C'è un dilagare non più tollerabile di mansioni degradanti. È un'emergenza dalle conseguenze devastanti. Per questo è urgente una «profonda riforma economica ».
ll Pontefice ha lanciato questo allarme planetario nel lungo discorso – in videomessaggio – del 17 giugno scorso alla Conferenza internazionale del Lavoro, con cui indica la via che dovrebbero seguire istituzioni, imprenditori e sindacati per ricostruire le società dalle macerie della pandemia, puntando innanzitutto a creare condizioni lavorative «umane». Il Vescovo di Roma denuncia con durezza le ingiustizie di cui sono vittime le donne, i precari, i giovani, i migranti. E afferma che unirsi in un sindacato è «un diritto ».
Allo stesso tempo esorta i sindacalisti a essere «profeti», a guardare all'avvenire senza dedicarsi solo alla loro base ormai composta prevalentemente da pensionati, li incoraggia a «non lasciarsi rinchiudere in una camicia di forza»: sono chiamati a «focalizzarsi sulle situazioni concrete delle comunità in cui operano». Mentre agli imprenditori Bergoglio chiede di porre i loro talenti, «un dono di Dio», a servizio «del progresso delle altre persone e del superamento della miseria, specialmente attraverso la creazione di opportunità di lavoro diversificate».
Il Papa, guardando al mondo che verrà dopo la «minaccia del Covid-19», teme «la fretta di tornare a una maggiore attività economica»; bisogna invece impegnarsi per evitare «le passate fissazioni sul profitto, l'isolamento e il nazionalismo, il consumismo cieco».
Auspica «un nuovo futuro del lavoro fondato su condizioni decenti e dignitose, che provenga da una negoziazione collettiva, e che promuova il bene comune».
Francesco invita a «dare priorità alla nostra risposta a chi si trova ai margini del mondo del lavoro» e che si vede ancora colpito dall'epidemia.
Pensa ai «lavoratori poco qualificati, i lavoratori a giornata, quelli del settore informale, i migranti e rifugiati, quanti svolgono quello che si è soliti denominare "il lavoro delle tre dimensioni": pericoloso, sporco e degradante, e l'elenco potrebbe andare avanti».
Poi, in tema di pari diritti ecco un monito a cui Bergoglio tiene moltissimo: non è più accettabile «la vergognosa violenza che a volte si usa nei confronti delle donne, i maltrattamenti familiari e varie forme di schiavitù»; situazioni aggravate dalla «disuguaglianza dell'accesso a posti di lavoro dignitosi e ai luoghi in cui si prendono le decisioni». L'appello papale è forte e chiaro: l'universo femminile va tutelato di più e meglio in tutti gli ambiti, compreso quello delle «donne dell'economia informale, incluse le venditrici ambulanti e le collaboratrici domestiche », che risentono «dell'impatto del Covid-19 sotto diversi punti di vista».
Non disponendo «di asili nido accessibili – entra nel dettaglio il Pontefice – i figli di queste lavoratrici sono esposti a un maggior rischio per la salute, perché le madri devono portarli con loro sul posto di lavoro o lasciarli a casa incustoditi ».
Domenico Agasso
NP giugno / luglio 2021