Libertà o sicurezza

Pubblicato il 23-04-2022

di Renato Bonomo

Un mio grande professore universitario di storia, che non esito a definire un maestro, fece una lezione illuminante per spiegare la struttura dei sistemi politici.
Insegnava che i sistemi politici possono essere divisi in due grandi famiglie: quelli che gestiscono il potere fondandosi su un'unica opinione e quelli che governano basandosi sulla diversità delle opinioni e una loro regolamentazione.

Il presupposto infatti è che, data la natura umana, è inevitabile che si registri una persistente e diffusa diversità di opinioni. Nei casi più estremi, tale diversità può degenerare in vere e proprie guerre, di cui i libri di storia sono drammaticamente pieni. Per allontanare lo spettro dello scontro, gli uomini hanno seguito una delle due opzioni.

Da una parte, un'unica volontà si imposta sulle altre, spegnendo il fuoco del conflitto e della contrapposizione tra opinioni, generando certamente sicurezza, ma facendo venire meno la libertà. Dall'altra, si è cercato di trovare norme e strumenti per regolare la conflittualità, risolvendola con modalità di confronto pacifico come elezioni, discussioni e votazioni a maggioranza.
A molti è sembrato un compromesso ragionevole per salvaguardare la sicurezza, i diritti individuali e mantenere la libertà.

A parte qualche raro caso di “costituzione mista”, tutti i regimi che si sono succeduti nella storia possono essere catalogati in uno o nell'altro gruppo. Che cosa hanno in comune i faraoni d'Egitto, Luigi XIV, Napoleone, Stalin? Effettivamente poco, sono in realtà uniti dal fatto di aver costruito governi in cui hanno cercato di concentrare tutto il potere nelle mani di una sola persona.

Certamente tali sistemi non sono paragonabili tra loro per estensione, finalità, invasività e legittimazione del potere, ma il principio di fondo è lo stesso: un'unica opinione che domina la realtà politica e sociale per evitare ogni conflittualità interna e determinare così stabilità e sicurezza.
All'opposto, che cosa accomuna la democrazia ateniese, il senato romano, il maggior consiglio della Repubblica di Venezia, la struttura parlamentare della nostra Repubblica?

Il fatto che il potere politico non sia dipendente dall'arbitrio di un solo dominus, ma le decisioni vengano prese da un gruppo più o meno ampio di persone. Negli esempi più antichi, il potere ha coinvolto solo pochissime persone ricche e appartenenti ai ceti sociali più alti; oggi, con le moderne democrazie rappresentative, mediante il suffragio universale maschile e femminile, la partecipazione politica riguarda finalmente tutti i cittadini.
Un bene prezioso, da curare, che può rendere ogni votazione una vera e propria rivoluzione ma senza spargimento di sangue
 

Renato Bonomo
NP gennaio 2022

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