Passato e presente

Pubblicato il 04-06-2023

di Chiara Genisio

Diario di una pandemia
Il nuovo libro di Pietro Buffa, racconta come l’amministrazione penitenziaria ha affrontato la diffusione del virus dentro il carcere. Pubblicato da Editoriale Scientifica si focalizza in particolare sugli scenari all’interno dei 18 istituti di pena lombardi.
Il diario ha assunto le forme di una serie quotidiana di annotazioni personali riguardanti l’andamento dell’infezione negli istituti, i problemi, i quesiti che sorgevano di fronte a questa emergenza sanitaria. Le notizie apprese dai canali più diversi, ufficiali e mediatici, ma anche le riflessioni personali, gli sfoghi e i timori espressi, direttamente o indirettamente, da colleghi e collaboratori, i commenti sulle norme e le direttive ricevute ed emanate, i loro obiettivi; insomma tutto quello che ha suscitato curiosità, attenzione, preoccupazione o sollievo nel corso di un periodo temporale di oltre un anno, dal 22 febbraio 2020 al 1° aprile 2021. Il tutto da un osservatorio particolare e privilegiato che è il ruolo ricoperto da Buffa come provveditore dell’Amministrazione penitenziaria della Lombardia.

Dall’emergenza Covid alla guerra in Ucraina
Dal carcere di Alessandria giunge un messaggio di pace. Concreto come solo può esserlo il pane. Il pane per la pace. Tra le mura di questo istituto penitenziario otto detenuti, regolarmente assunti dalla cooperativa Pausa Caffè, sfornano quotidianamente pane e grissini. Ciò che rende unica questa loro attività è che la farina proviene dall’Ucraina e i prodotti realizzati sono venduti nei supermercati Coop. Grazie al progetto Bread for peace, per ogni confezione acquistata 30 centesimi vengono ridistribuiti tra gli agricoltori ucraini e in progetti di solidarietà per gli sfollati.

Donne e carcere
Tante iniziative a Torino per celebrare i 200 anni del distretto sociale Barolo. Fondato nel 1823 da Giulia e Tancredi, Marchesi di Barolo, rappresenta un unicum del nostro Paese: un ecosistema della solidarietà garantisce servizi fondamentali a circa 15mila persone ogni anno. Giulia quando ha incrociato, quasi per caso, le detenute ha scelto di non voltarsi dall’altra parte, ma di stare con loro. Una donna per le donne. Si basò su due punti fondamentali: migliorare l’esistenza fisica delle carcerate, con un trattamento più umano e un maggior rispetto delle esigenze dell’igiene, e migliorarne l’esistenza morale specialmente con l’istruzione religiosa, che impartiva essa stessa, coadiuvata in seguito da altre dame, con l’introduzione dei cappellani nelle carceri e con il lavoro, che considerava essenziale per un reale recupero. Un’antesignana di tanti progetti di oggi.


Chiara Genisio
NP marzo 2023

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