Pellegrini della speranza

Pubblicato il 23-02-2023

di Claudio Monge

La storia di Zeydan, la fuga dalla Siria verso l’Europa attraverso la Turchia

Zeydan era giunto a Istanbul già da diversi giorni. Barba bianca, incolta ma non troppo lunga, a dargli qualcosa in più della sua cinquantina d’anni. Respinto per ben due volte alla frontiera greca, non si era ancora arreso, forse anche guidato da un po' di quel comprensibile orgoglio paterno che l’aveva spinto a mettersi in cammino verso l’Europa, per impedire al figlio minorenne di lasciare le campagne attorno ad Aleppo, alla ricerca di un futuro che, al momento attuale, i siriani, soprattutto quelli particolarmente distanti dal regime di Bashar al Assad, non riescono neppure a immaginare, nella terra che ha dato loro i natali.

Ma anche in Turchia, entrata nel semestre finale di una campagna elettorale molto calda e incerta, è un momento particolarmente infelice per i rifugiati siriani senza documenti come Zeydan. L’opposizione molto frammentata al presidente, che tenta di brigare l’ennesimo mandato di un potere già ultra ventennale, ha trovato unità su pochi temi, ma uno di essi è la linea dura contro l’immigrazione e la ferma intenzione di chiedere il rimpatrio di una buona parte dei tre milioni e 800mila siriani, da anni entro i confini turchi in attesa di una ridistribuzione mai davvero iniziata. Vivere per strada in queste condizioni non è solo umanamente umiliante, ma pericolosissimo, in modo particolare per il rischio di essere intercettati da una polizia onnipresente e il più delle volte non visibile, perché in abiti civili.

Zeydan è un cattolico (lo scopriamo solo diversi giorni dopo aver fatto la sua conoscenza) e la nostra celebrazione eucaristica mattutina è uno dei pochi momenti in cui ha il coraggio di lasciare la sua stanza rifugio alla ricerca di un riparo di altro genere che dia un po’ di pace al suo cuore. Zeydan è stato derubato di molte migliaia di dollari da cinici trafficanti di esseri umani del suo stesso Paese, che agiscono in territorio turco quasi ufficialmente e indisturbati, incassando prebende (che sicuramente condividono in parte con funzionari e membri corrotti della polizia locale), in cambio di viaggi che talvolta non si concretizzano (a due riprese, il nostro amico ricompare al mattino, dopo aver annunciato che la notte precedente poteva essere quella buona di una partenza). Evidentemente, i disperati come Zeydan sono facilmente ricattabili, perché non hanno alternative e non possono neppure uscire allo scoperto denunciando i loro sfruttatori.

L’impraticabilità di una via istanbuliota porta Zeydan a puntare tutto sulla via smirniota: si tratta di raggiungere la terza città della Turchia, Smirne, con un trasporto privato (a un costo quadruplo, rispetto a quello di un trasporto pubblico) per poi provare a imbarcarsi per l’isola di Rodi, prima, e poi per Atene da Rodi. In occasione dell’ultimo incontro, Zayed mi previene, senza però darmi altri dettagli su modalità e orari precisi. Un po’ l’incertezza, un po’ la prudenza che ti porta a sospettare della tua stessa ombra, giustificano la necessaria reticenza. Il mattino trovo semplicemente nella sua camera un messaggio, in un inglese un po’ maccheronico, all’interno di una scatola di medicinali: «Fathar Claoudio, grazie per il tuo Amore… hai fatto grandi cose e non lo dimenticherò. Che il Signore sia con te …».

Il Signore non ha abbandonato neppure lui: piccoli messaggi nei giorni successivi, come un “sonar nella notte”, mi hanno permesso di seguire più o meno la sua rotta e di sapere che, in meno di due settimane, con alcuni passaggi avventurosi e anche decisamente fortunosi, Zeydan è arrivato nei Paesi Bassi attra-versando mezza Europa (con però già dei documenti, messi a punto ad Atene). Ora sta già attivandosi per trovare il modo, ottenuto lo statuto ufficiale di rifugiato, di far uscire anche i suoi famigliari dalle macerie siriane. Per chi cerca futuro, non c’è tempo di crogiolarsi nelle piccole vittorie del presente!

Zeydan è stato derubato di molte migliaia di dollari da cinici trafficanti di esseri umani del suo stesso Paese, incassando prebende in cambio di viaggi che talvolta non si concretizzano

Claudio Monge

NP Dicembre 2022

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