Ripresa e resilienza

Pubblicato il 04-05-2021

di Gianfranco Cattai

Next Generation Italia è stato approvato dal Consiglio dei Ministri.
Duecento e passa miliardi comunitari fra trasferimenti e prestiti. Un vero e proprio piano Marshall. Questa volta non dovrebbe essere un problema di risorse perché i fondi ci sono ma dovranno essere allocati in progetti precisi che raggiungono risultati precisi e misurabili ed accettati dall'Europa e dagli Stati membri. Un piano vero e proprio contenente progetti ben definiti quanto a descrizione, valutazione di fabbisogni finanziari, coerenti tra loro e in armonia con gli obiettivi del fondo stesso. Tre sono le attenzioni che vogliamo portare ai responsabili del piano.

La prima: si auspica un maggior coinvolgimento del Terzo Settore. Non tanto come beneficiario di fondi, ma quale cabina di trasformazione dell'alta tensione progettuale che c'è nell'aria. Un Terzo Settore che ha sempre più una funzione di regia, insieme alle amministrazioni decentrate, nella realizzazione dei servizi alle persone e quindi nel nuovo velfare. L'economia civile, quella dei beni comuni, è forse uno dei dispositivi più potenti per generare cambiamento.

La seconda attenzione: l'importanza dei progetti nei territori. Il successo in Italia del Next Generation Eu è condizionato alle risorse materiali e ancor più immateriali che investiremo nell'individuare sul campo, in un dialogo permanente e di qualità con i responsabili nazionali, i valutatori pubblici, privati e della società civile capaci di selezionare e far crescere ciò che conta per il bene comune nel lungo periodo senza badare al consenso opportunistico di corto respiro. E cioè quanto e come spenderemo per rigenerare la pubblica amministrazione in periferia e costruire ponti con l'economia sociale.
Per costruire una ripartenza resiliente, sostenibile e generativa da questa visione scaturisce l'obiettivo di dare priorità a progetti in grado di creare valore economico, posti di lavoro, combattere le diseguaglianze e favorire la coesione sociale, ridurre i rischi ambientali e pandemici e creare le condizioni per una vita ricca di senso e fatta di relazioni di qualità.

Per la terza attenzione facciamo riferimento all'esempio sull'ambiente. È la missione due del piano che concerne la "Rivoluzione verde e transizione ecologica" che prevede un investimento di 68,9 miliardi pari al 31% dei 222,9 miliardi complessivi.
La preoccupazione viene da quanto scrive papa Francesco nella Laudato Sì al capitolo 139: «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un'altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura». Il Recovery è una grande opportunità che non va sprecata.

Gianfranco Cattai
NP febbraio 2021

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