Saccheggi di biodiversità

Pubblicato il 14-04-2022

di Sandro Calvani

Tra le buone notizie del nuovo anno c'è anche quella che l'Asia ha preso sul serio gli impegni internazionali ad aumentare la copertura forestale del pianeta. Il continente più “pesante” al mondo in termini di pressione della popolazione sulle foreste naturali, ha dimostrato così che governi nazionali, imprese locali e multinazionali e società civile possono lavorare a un obiettivo comune per la sopravvivenza e la prosperità sostenibile e inclusiva. Purtroppo quasi tutti gli altri continenti hanno fatto il contrario e il saldo totale per il mondo intero è molto negativo (vedi tavola a barre).

Anche il Living Planet Report 2020 del World Wildlife Fund (WWF), ha lanciato lo stesso allarme per la bio-diversità globale, mostrando uno spaventoso calo medio del 68% delle dimensioni della popolazione animale monitorato in 46 anni (1970-2016). Nel 2020 esistevano 2,12 milioni di specie viventi sul pianeta e circa il 70% sono minacciate da almeno una causa di riduzione della biodiversità. Questo declino catastrofico è dovuto in gran parte alla distruzione ambientale, come la deforestazione, l'agricoltura insostenibile e il commercio illegale di animali selvatici.

Nel presentare il rapporto ONU 2020 sulla biodiversità, Inger Andersen, Direttore esecutivo del Program-ma delle Nazioni Unite per l'ambiente, ha ricordato che la biodiversità è essenziale per il benessere umano e la principale difesa contro le pandemie. L'umanità non ha raggiunto gli obiettivi accordati nel 2010 di protezione della biodiversità e non è nemmeno sulla buona strada per la visione 2050. Anche se solo una minoranza dell'opinione pubblica crede che si tratti di un'infatuazione degli ambientalisti, la grande maggioranza dei governi del mondo continua le vecchie politiche di distruzione della biodiversità, e lascia fare alle imprese che deforestano, abusano della pesca oceanica, scaricano ogni tipo di scarti chimici dannosi nell'ambiente. Gli accordi sul come e quanto conservare, ripristinare e usare la biodiversità in modo equo e sostenibile ci sono e ci sono anche abbondanti prove scientifiche della loro necessità, ma essi non vengono messi in pratica. Se non lo facciamo, la biodiversità continuerà a cedere sotto il peso dell'uso della terra e del mare, del sovrasfruttamento, del cambiamento climatico, dell'inquinamento e delle specie aliene invasive. Questo danneggerà ulteriormente la salute umana, le economie e le società – con effetti particolarmente dannosi per i popoli indigeni e le comunità locali.

Il rapporto ONU 2020 indica le transizioni che possono creare una società che vive in armonia con la natura: nel modo in cui usiamo la terra e le foreste, come organizziamo l'agricoltura, i sistemi di approvvigionamento alimentare, la gestione della pesca, l'uso dell'acqua, gli ambienti urbani e gli effetti del cambiamento climatico. Sappiamo cosa deve essere fatto, cosa funziona e come possiamo ottenere buoni risultati. Chi ci ha provato, ci è riuscito.

La biodiversità continuerà a cedere sotto il peso dell'uso della terra e del mare, del sovrasfruttamento e del cambiamento climatico

Sandro Calvani

NP Gennaio 2022

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