Un set alla moda

Pubblicato il 06-04-2021

di Davide Bracco

Un'opportunità sul web. In primis se­gnatevi questo indirizzo web: https://fondazioneartea.org/ gallery-video/ Si tratta di un link al sito della Fondazione ARTEA una realtà importante che opera sul territorio cuneese per valorizzare e promuovere il patrimonio nell’ottica di uno sviluppo sociale ed economico. Ha sede presso l’antico Filatoio a Caraglio e proprio per rinver­dire i fasti dell’antica fabbrica tessile ha progettato una mostra dedicata alla visione di una scelta di costumi cinematogra­fici sotto la direzione del Museo del Cinema.

Una esposizione concepita per far rivivere ai visitatori l’anima più autentica del cinema italiano, la sua storia, i film, i divi e i protagonisti, attraverso 17 costumi di scena e 70 suggestive fotografie di set. Questi elementi si intrecciano nel percorso di visita e danno vita a un viaggio a ritroso che parte dal cinema muto di inizio Novecento, quando Torino era la Hollywood italiana ed erano gli stessi registi a supervisiona­re i costumi, per poi approdare al cinema sonoro e all’epoca d’oro di Cinecittà, delle pellico­le d’autore di Luchino Visconti e Pier Paolo Pasolini e della commedia all’italiana, da Dino Risi a Roberto Benigni. Le foto di scena traghettano il visitatore dentro il set, alla scoperta del lavoro che sta dietro ad un ciak, agli acces­sori e ai dettagli che hanno contribuito a creare la fortuna del kolossal Cabiria negli anni dieci del Novecento, così come in tempi più recenti il fascino di dive come Claudia Cardinale, Sophia Loren e Silvana Man­gano.

Arrivato a questo punto il lettore potrebbe giustamente chiedere ragione del link sopra­citato e su cosa spinge lo scri­vente a raccontare una mostra non ancora frequentabile per le ragioni ben note. Ma la ragione è presto evidente in quanto ARTEA ha organizzato anche un tour virtuale della mostra permettendo allo spettatore di collegarsi da casa e visitare la mostra accompagnato dal critico Stefano Della Casa che in quattro appuntamenti da 60 minuti interagisce dalle stanze del Filatoio con diversi profes­sionisti del cinema che raccon­tano l’evoluzione e la natura della professione in una con­versazione mai banale a partire dal lavoro di un costumista/ scenografo, di un fonico, di un supervisore agli effetti speciali e di un produttore che racconta come si progetta finanziaria­mente un film.

Un modo interessante per una visita che solo temporanea­mente vuole sostituirsi ad una esperienza di visione diretta ma dimostra come le istituzio­ni culturali se virtuose hanno saputo reinventarsi ribadendo la loro funzione nel tessuto sociale.

 

Davide Bracco
NP gennaio 2021

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