Una storia sbagliata

Pubblicato il 10-04-2022

di Fabrizio Floris

Era il mese di ottobre del 2017 quando l'Embraco di Riva di Chieri di Torino (gruppo Whirlpool) prende la decisione di licenziare collettivamente tutti i lavoratori perché nessuno degli scenari alternativi «ha rappresentato una soluzione appropriata per continuare la produzione nello stabilimento».
Una prospettiva inaccettabile che ha fin da subito suscitato una reazione decisa di lavoratori e sindacati che ha portato (marzo 2018) a una sospensione dei licenziamenti e avviare un processo di reindustrializzazione del sito (ministro Calenda). Una nuova (Ventures) avrebbe assunto tutti i lavoratori a partire da gennaio 2019, ma intanto lo stabilimento si svuotava e dei nuovi impianti non c'era traccia. Si arriva a marzo 2019 (nuovo governo – ministro Di Maio), l'azienda convince il governo che ha bisogno di più tempo e le viene rinnovata la fiducia, ma la produzione continua a essere ferma. Nel frattempo continua l'erosione delle risorse messe a disposizione da Whirpool per la reindustrializzazione, e il procuratore aggiunto di Torino, Marco Gianoglio, il 17 giugno 2020 presenta istanza di fallimento della Ventures Srl ipotizzando il reato di bancarotta distrattiva.
A luglio l'azienda viene dichiarata fallita. Parte un nuovo piano tramite l'azienda ACC Wanbao di Mel (Belluno), ma ancora da un punto di vista formale e attuativo non succede nulla. Febbraio 2021 nuovo governo. La nuova società non nasce e siamo a luglio (2021) i lavoratori dovrebbero essere licenziati, ma scatta con la proroga di sei mesi della cassa.

E arriviamo a novembre 2021 la curatela fallimentare chiede il concordato preventivo «la proposta non è modificabile». Significa in sintesi che lo stabilimento Embraco di Riva di Chieri chiude, si pagano “in bonis” i costi del fallimento e ai lavoratori licenziati viene data una buona uscita di 7.000 euro lordi. E mentre i lavoratori continuano a dire di non volere ammortizzatori, cassa integrazione, ma «vogliamo lavorare» viene da chiedersi perché nessun partito politico abbia legato il suo destino a quello dei lavoratori, non abbia deciso di mettere in gioco la sua sopravvivenza con quella degli operai: sarebbe stato il minimo, sarebbe la Repubblica, sarebbe tutto e alla fine di questa triste storia rimarrebbe solo il silenzio, ma non c'è tempo: i bambini a casa piangono, il tuo amore li scalderà.


Fabrizio Floris
NP gennaio 2022

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