Violatori di tombe

Pubblicato il 04-09-2020

di Agnese Picco


«Ordinanza di Cesare. Piace a me che i sepolcri e tombe, di qualsiasi tipo che furono fatte per la devozione per i genitori o per la devozione dei figli o dei familiari queste rimangano indisturbate in perpetuo». Inizia così l’iscrizione di Nazareth e continua ordinando «che (il violatore) subisca la pena capitale con l’accusa di violatore di tombe». Per lungo tempo, basandosi sul Vangelo di Matteo (28,11-15), questa è stata ritenuta la risposta romana al sepolcro vuoto di Gesù e alla nascente dottrina cristiana che ne proclamava la resurrezione. La storia di questa stele però non è semplice e nuove ricerche potrebbero gettare nuova luce sul reperto.

L’iscrizione, in greco, fu acquistata a Parigi nel 1878 dal collezionista tedesco Wilhelm Froehner. Quando, alla sua morte, il reperto passò alla collezione del Département des Monnaies, Médailles et Antiques della Bibliothèque nationale de France, l’unica indicazione reperibile fu: «inviato da Nazareth». Questa situazione apre molti dubbi. In primo luogo non è detto che l’effettivo luogo di provenienza sia quello indicato.

Poiché non erano ancora state introdotte le moderne metodologie scientifiche di scavo, il mercato del collezionismo era fiorente e variegato e non si esitava ad inventarsi fatti e luoghi, se potevano interessare al compratore. Inoltre la perdita delle informazioni acquisibili tramite lo scavo non permette di indicare un contesto preciso. Nuovi spiragli potrebbe però aprire lo studio condotto da un team internazionale e pubblicato sul Journal of Archaeological Science. Gli scienziati hanno analizzato gli isotopi di carbonio e ossigeno di un campione della lastra. Questa tecnica, che permette di identificare con precisione l’area di provenienza del marmo, ha indicato la zona dell’isola greca di Kos.

Il contenuto del testo e lo stile con il quale sono state incise le lettere greche, suggerisce una data tra il I secolo a.C. e il I sec. d.C. Su queste basi, gli studiosi ipotizzano che la stele si riferisca ad un evento avvenuto a Kos nel 30 a.C. Alla morte dell’odiato tiranno locale, Nikias, la sua tomba fu violata e il corpo dissacrato. Questo episodio, e non la tomba vuota di Gesù, potrebbe essere alla base dell’editto riportato sulla stele di Nazareth.


Agnese Picco
NP maggio 2020

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