C'è sempre una prima volta

Pubblicato il 15-09-2020

di Mauro Palombo

Per la prima volta, gli abitanti N’tchan­gue, 40 km dalla capitale, si sono recati  in un di­spensario, proprio nel loro villaggio. Che da sempre e fino a poco fa, è stato privo di una struttura di assistenza sanitaria dove poter effettuare visite, medicazioni, consultazioni su malaria e altre patolo­gie endemiche, vaccinazioni, controlli durante e dopo la gravidanza, avere as­sistenza in caso di difficoltà del parto e aiuto per il trasferimento in qualche modo nel più vicino ospedale (40 km), in caso di complicanze. La situazione era grave ma piuttosto consueta per la Guinea Bissau, picco­lo Paese africano un tempo avampo­sto portoghese (diversi colonizzatori, diverse Guinee, che per distinguersi hanno dovuto incorporare nel nome quello della loro capitale), e poi dall’in­dipendenza e tuttora, scosso da vicen­de politiche molto agitate, che contri­buiscono a relegare nell’immobilità la vita, specie delle aree rurali. Il circolo vizioso della miseria si può però infrangere. Nella zona i volontari dell’Associazione Abala Lite Onlus – “come stai?” nella lingua Balanta – dal 2007 si recano per diversi mesi ogni anno. Portando di volta in volta delle novità. Niente si fa però senza l’assen­so e il concorso attivo della comunità locale: un lavoro paziente, appassio­nante. Da allora siamo sempre al loro fianco, condividendo diverse compe­tenze tecniche – anche con l’intervento sul campo di amici esperti – e elementi delle realizzazioni – fotovoltaico, pom­pe, materiale scolastico, laboratori di cucito, aule informatiche...

Il metodo è di proporre il nuovo dalla sperimentazione diretta dei volontari. La gente, le donne soprat­tutto, sempre le più attente e propul­sive, vedono il lavoro e i suoi risultati, apprezzano, e vogliono emulare. Con interventi educativi adatti si promuove il coinvolgimento nella gestione delle nuove iniziative: gli orti prima, poi la frutticoltura, poi culture commerciali come l’anacardo (cajù), organizzando opportunità di mercato per quanto prodotto. Passo successivo, formare un’associa­zione di coltivatrici per gestire le atti­vità e organizzare una rete di vendita non occasionale, costituire un fondo cassa per l’acquisto di sementi, attrezzi, antiparassitari e quanti altro serve per una buona pratica agricola. Il ruolo dei volontari è creare una autentica e pie­na autonomia.

La continuità d’azione è assicurata anche dal coinvolgimento della mis­sione francescana col suo villaggio, ospedale, scuola, alla rete con altre associazioni e autorità del territorio. Il passo successivo è stato l’acqua per irrigare. Con nuovi pozzi e ripristinan­done altri da anni inattivi, dotandoli di serbatoi, pompe fotovoltaiche e pan­nelli per alimentarle. Anche qui, gli esperti intervenuti hanno curato una scrupolosa formazione: dall’uso e ma­nutenzione degli impianti per tecnici locali, all’uso e conservazione dell’ac­qua in condizioni di igiene e salubrità, per tutte le famiglie. Si ristruttura tutti assieme la scuola, e l’insegnamento che vi si pratica; se ne costruisce la cucina, apprendendo a organizzarla attorno a una migliore dieta per i bambini. Scuola che diventa anche l’embrione di una scuola agricola, per essere sempre più consapevoli e capaci di gestire una realtà fatta di tante cose al servizio di ciascuno e di tutti. Come il dispensa­rio, costruito assieme e gestito da una suora francescana. Le novità hanno portato cambiamento, ed è sotto gli occhi di tutti. Anche quelli dei villaggi vicini… e ci aspettano!

Se vuoi aiutarci: Associazione Sermig Re.Te. per lo Sviluppo, IBAN: IT29 P030 6909 6061 0000 0001 481 Banca Intesa SanPaolo

Mauro Palombo
NP giugno-luglio 2020

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