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Stralci dal capitolo “L’ottava meraviglia del mon-
                                                                         do”, di Ernesto Olivero, Il lungo cammino verso
                                                                         Dio, Mondadori 1999


                        L’ottava         munità più numerosa.            i dati anagrafici. I primi italiani
                                                                         registrati regolarmente sono una
                                         Dom Luciano mi accompagnava
                  meraviglia             “a vedere” la proposta del Governo   famiglia di 12 persone: Giuseppe di
                                                                         41 anni, sua moglie Marcolina di 40
                                         dello Stato di San Paolo. Volevano
                  del mondo              affidarci questa casa del dolo-  anni, con i loro otto figli, più papà
                                         re, come era stata definita dalla
                                                                         Domenico di 70 anni e il fratello
                                         tradizione popolare. Erano passati   Luigi di 32 anni. Qui sono stati
          San Paolo è una città          milioni e milioni di emigranti   annotati anche i dolori. Giuseppe e
                                         dall’Europa, dall’Asia. Non lo sape-
                                                                         Angela, due contadini, partono con
          meravigliosa ed enorme,        vano, ma molti venivano a pren-  i loro sogni dal porto di Genova,
          dove è nato l’Arsenale         dere il posto lasciato dagli schiavi   ma presto incontreranno un dolore
          della Speranza, da cui         nella coltivazione dei campi.   straziante: il loro piccolo figlio di un
                                                                         mese muore durante la traversata,
          ogni notte più di mille        Memorial do imigrante           la casa degli emigranti ne raccoglie

          sogni si innalzano al cielo    Il museo racconta la storia degli   le lacrime e li registra: 16 agosto
                                                                         1887. Italia, Italia, quanti figli sono
                                         emigranti. Ci sono gli abiti che
          Al posto degli schiavi         ricordano le tradizioni degli irlan-  dovuti emigrare per trovare un
          C’era un odore nauseante, irrespi-  desi, ci sono dei piatti che rivelano   pezzo di pane. Penso a questi dolori
          rabile nel maggio del ’95, quando   la cultura di altri immigranti, c’è   che mi ha fatto riflettere ancora di
          vidi, anzi “sentii”, per la prima volta  anche un modello di nave, l’altare   più: accettare o non accettare; dopo
          la casa degli emigranti nel quar-  portatile di un missionario, foto   aver capito in che casa del dolore
          tiere Brás, nel centro di San Paolo   antiche, volti che hanno segnato la   saremmo capitati, la responsabilità
          in Brasile. Solo da questa grande   storia del Brasile. Apro il primo dei   era ancora più grande.
          casa, denominata “Hospedaria dos   150 registri e scopro che il primo
          Imigrantes”, sono passati 955.502   italiano registrato si chiamava   Più di mille entrano
          italiani, che hanno popolato questa   Rossi Valentino, 1887. Per i primi   in questa casa
          grande città diventandone la co-  emigranti non venivano inseriti   Il 22 febbraio del 1996 entriamo
                                                                         all’Arsenale della Speranza: questo
                                                                         è il nome che abbiamo subito dato
                                                                         alla casa. Abbiamo costituito una
                                                                         cooperativa con 65 amici brasi-
                                                                         liani. La base erano gli amici della
                                                                         parrocchia di San Rafael, con i
                                                                         quali da alcuni anni ci incontra-
                                                                         vamo nella preghiera e con i quali
                                                                         avevamo condiviso alcuni progetti
                                                                         realizzati in Brasile. Insieme a loro,
                                                                         in poco tempo, i 100 amici ospiti
                                                                         sono diventati 300, poi 400 e poi si
                                                                         è avverato quello che il 12 dicem-
                                                                         bre 1995 – giorno della festa della
                                                                         Madonna di Guadalupe patrona
                                                                         dell’America Latina – avevo pensato
                                                                         che entro il 2000 avremmo accolto
                                                                         mille persone. Non so chi credeva a
            Ernesto e dom Luciano                                        questo sogno. So che insieme a dom
            a San Paolo
            Foto Sermig                                                  Luciano vi abbiamo subito creduto.
                                                                         È stato pensato? È stato fatto! ◾



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