La parola

Pubblicato il 17-06-2014

di Michele

di Michele Picco - I grafemi compongono le parole, che rappresentano dei suoni, i quali sono il principio delle emozioni e dei sentimenti che proviamo. Attraverso il linguaggio e la scrittura si possono descrivere luoghi mai visti ed anche inesistenti, gusti che non sono mai stati provati, odori disgustosi o idilliaci e percezioni soprannaturali o di tutti i giorni.

Questa capacità ci permette di stabilire e rompere contatti, far scoppiare guerre o amori, ma anche di mantenere vivo il sistema di scambi commerciali e mediatici da cui dipendono le vite di milioni di persone. È proprio grazie allo sviluppo dell'enorme potenziale linguistico che le piccole comunità di uomini della preistoria hanno potuto dare origine ad imperi grandiosi ed è merito della scrittura se le imprese di molti uomini, grandi e piccoli, sono rimaste nella storia. Questi sono i più grandi doni che l'umanità abbia mai ricevuto, dopo quello della vita, ovviamente. Essere capaci di comunicare è quindi indispensabile per ogni persona, dal povero al ricco, dal presidente di uno stato allo studente, perché tutte le conoscenze, anche le più basilari, nascono proprio da questo principio. La bellezza della parola risiede anche nella diversità di lingue in cui la si può esprimere, perché ogni popolo ha interpretato la propria vita ed identità in maniera caratteristica, inventandosi sempre nuovi suoni, che verranno adottati da altre genti, per dare vita a modi di esprimersi sempre più vasti e completi, in un infinità di cambiamenti, partecipi di un'evoluzione continua e senza fine.

Assieme a questo adattamento si sviluppano anche i pensieri, che a loro volta mutano radicalmente nel corso dei secoli. Nell'incredibile varietà di panorami linguistici, noi italiani abbiamo avuto la fortuna di possedere una lingua molto musicale ed immensamente efficiente, anche per il grandissimo numero di vocaboli. Le opere dei nostri autori sono state le più importanti e conosciute a livello mondiale per la loro ricercatezza e complessità su vari piani e ancora oggi è importante che le nuove generazioni imparino un uso appropriato della lingua. È ormai diventato un luogo comune che la messaggistica tramite social network e SMS abbia ridotto e semplificato il vocabolario dei giovani e che non ci sia più interesse per una conoscenza generale, ma solo per il soffocante e piccolo mondo relazionale e digitale. Effettivamente esiste un buon numero di ragazzi il cui interesse verso l’approfondimento di molti temi ritenuti “di spessore” o “tradizionalmente importanti” è nullo, ma sono anche molti coloro che si appassionano veramente ad una disciplina e cercano con tutte le proprie forze di scoprire qualcosa di nuovo, per cambiare un po’ le cose, in modo che il mondo proceda. Non ci sono limiti alla scoperta e alla sua bellezza, ma qualsiasi cosa perché sia emozionante ha bisogno di un forte sostegno, che parte dal modo in cui viene presentata, annunciata e comunicata. Ad esempio, quando Dalton propose il proprio modello atomico alla comunità scientifica, la sbalordì ed entusiasmò così tanto, che molti credettero di essere partecipi della scoperta dell’assoluta verità sulla forma dell’atono, mentre era solo uno stereotipato inizio. Ritengo, inoltre, che la vera importanza del linguaggio risieda in un’altra sua potenzialità. Esso è infatti il miglior modo per esprimere noi stessi, perché le frasi che pronunciamo sono l’essenza di ciò che siamo, e anche se sono menzogne, la vibrazione nel suono della parola ne svela sempre la veridicità. Se non si conosce a fondo la propria lingua, non si potrà mai esprimere a pieno la propria identità e si rimarrà “io” solo in potenza, in quanto solo in potenza esistono le parole che descrivono ciò che vogliamo esplicitare di noi. Si dice che siano le differenze a rendere speciali le persone, ma se non si conosce prima cosa significa diversità e quante ne esistono, come si può affermare la propria unicità?

Secondo me riuscire a differenziarsi, significa dare forma ai propri pensieri e alle proprie idee, proponendo accostamenti di suoni e immagini che nascono direttamente dal nostro desiderio di scoprire e di scoprirci. In conclusione penso che saper utilizzare la parola (o la scrittura o la musica per essa) sia l’elemento più importante per tutte quelle persone che provano voglia di scoprire i legami che uniscono la nostra storia a tutte quelle degli altri uomini per arrivare a capire il proprio posto nel divenire nel mondo. Siamo tutti importanti, dallo scopritore a chi, non riuscendo ad inventare niente di nuovo, tramanda la propria conoscenza con passione, nutrendo la speranza che da qualche ascoltatore nasca il bocciolo che darà vita ad un’idea mai pensata in precedenza.

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok