Eeecco!!

Pubblicato il 23-07-2012

di Andrea Gotico

Spuntò in una fredda e grigia mattina d’inverno. Ci chiamano dicendo che in piazza c’è una persona in carrozzella che sembra in difficoltà. Ci troviamo davanti ad un signore senza gambe, sporco in maniera imbarazzante, che ti sorride e non parla.
Lo portiamo dentro l’Arsenale e cerchiamo di parlare con lui, ma lui risponde solo con cenni del capo e una sola parola “Eeeecco”.
A qualunque domanda, quel gesto e quella parola sono la sola risposta. Telefoniamo in questura, negli ospedali, ma non risulta nulla anche perché è sprovvisto di documenti e non gli si cava fuori nessun altra parola che “Eeeecco”.
Lo puliamo, gli diamo da mangiare e poi cominciamo a pensare come fare ad accoglierlo, le nostre accoglienze tanto per cambiare scoppiano di gente e non c’è un posto nemmeno a sognarlo. Lo portiamo comunque in dormitorio e grazie ad un ospite che non viene, gli troviamo un posto che però è “sopra” sul letto a castello.

Convinciamo l’ospite del letto “sotto” a cedere il posto e in mezzo a mille difficoltà – perché non è evidentemente autosufficiente – riusciamo a sistemarlo, sempre accompagnati dall’immancabile “Eeecco”. Il mattino dopo ce lo ritroviamo però in cortile e non sappiamo davvero come fare, quando improvvisamente sulla porta dell’Arsenale compare una suorina che, vistolo, lo sgrida rudemente in una lingua improbabile e con aria decisa, acchiappa la carrozzella con lui sopra e lo affida a due robuste consorelle comparse nel frattempo sul portone, che se lo caricano in macchina.

La suorina ci racconta che il nostro amico “Eeecco” si chiama Albert, un polacco che ha avuto un incidente in Italia tanti anni fa che oltre che al fisico, gli ha colpito anche la ragione. Capitò chissà come presso la loro accoglienza e da molti anni sta con loro, solo che ogni tanto scappa e non si fa trovare, infilandosi ogni volta in un mare di guai. Ci chiede se ci ha dato dei problemi e ci ringrazia per averlo accolto.
Usciamo a salutarlo e lui giulivo alza il braccio per salutarci con il consueto “Eeecco”.

Gianni Giletti

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