Elisa Springer

Pubblicato il 09-05-2013

di Annamaria Gobbato

In occasione della consegna del Premio Artigiano della Pace, nel maggio 2003, Elisa Springer – viennese, di religione ebraica per nascita - entra per la seconda volta all’Arsenale della Pace di Torino.
Torna per incontrare i giovani, per trasmettere loro il suo messaggio di riconciliazione. Nel 2002 aveva presentato il suo primo libro, “Il silenzio dei vivi”, cui ha fatto seguito “L’eco del silenzio”. Per 50 anni, infatti, Elisa ha taciuto, poi il figlio, medico, l’ha convinta a raccontare la sua tragedia.

“Quando sono arrivata ad Auschwitz nel lontano agosto del ’44, non avrei mai potuto immaginare che un giorno sarei stata in grado di raccontare la mia storia, e tanto meno di poterla scrivere in un libro. Ad Auschwitz ho lasciato la mia gioventù, i miei sogni, le mie speranze, il mio aspetto fisico. Hanno tentato di togliermi anche l’anima, era proibito nutrire sentimenti umani… Ad Auschwitz ci consideravano soltanto numeri, o meglio, pezzi. Parlando tra di loro, non dicevano “quante persone sono arrivate oggi”, ma “quanti pezzi sono arrivati oggi”. Invece come uomini ci dovremmo tutti amare e non odiare; l’uomo da qualunque parte provenga ride, piange, soffre allo stesso modo. L’odio non serve a niente. Bisogna saper cambiare, è quello che io sto tentando da tanti anni di far capire. Bisogna cambiare l’odio in amore. Io che ho provato l’odio, che ho vissuto l’odio, ci sono riuscita.

Molte volte mi hanno chiesto dove era Dio ad Auschwitz. Dio c’è sempre, c’è sempre stato, perché non è stato Dio a mettere l’uomo in ginocchio, è stato l’uomo a mettere in ginocchio Dio e continua a farlo. Quando noi nasciamo abbiamo dentro due semi: uno buono ed uno cattivo; basta far sviluppare il seme buono e non quello cattivo! Bisogna saper perdonare, chi parla per la pace come me a volte deve saper tendere la mano anche al nemico. Vorrei che lo imparassero tutti”.
Elisa è morta l’anno dopo, ma ci ha lasciato un esempio che vivrà per sempre.

di Annamaria Gobbato - I nostri maestri – Rubrica di Nuovo Progetto

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