Il “centralino” si presenta

Pubblicato il 23-07-2012

di Andrea Gotico

Avete in mente quel gioco che si fa seduti in cerchio con un gomitolo per rompere il ghiaccio all’interno di un gruppo di persone che non si conoscono? Uno dice chi è e qualche altra informazione con la quale vuole caratterizzarsi meglio, poi prende il capo del filo e lancia il gomitolo a qualcun altro che a sua volta si presenta e tenendo un punto del filo lancia il gomitolo ad un terzo… alla fine tutti i partecipanti hanno in mano un punto del filo e sono legati da una rete.

Beh, il “centralino” del Sermig è molto simile, solo che tutti i tratti di filo convergono su una sola persona (due quando va di lusso), seduta - per quei trenta secondi ogni mezzora che riesce a starci, seduta - dietro un bancone bianco. Dall’altra parte del bancone approda il mondo, al quale si aggiunge un’altra fetta di mondo via telefono (anche lui posato sul bancone bianco e caratterizzato dal fatto che o tace, raramente, o riceve dieci chiamate tutte insieme).

Arrivarci è facile: suonate in piazza Borgo Dora 61 a Torino ed entrando dal cancello pedonale sulla vostra sinistra puntate dritti sulla porta a vetro di fronte a voi. Quanto al telefono, il numero lo trovate sull’ultimo cd del Sermig, Mama vol.2, perché è il titolo di una canzone: +390114368566.

E la canzone vi dice anche perché una/due persone a turno non lasciano mai questa postazione (sostituita la notte da una reperibilità telefonica della Fraternità che abita l’Arsenale):
“Se disarmi il cuore riesci ad ascoltare il mondo che ti parla.
Cerca di capire cosa si può dare, senza te cosa sarà?”
ripete il ritornello. Il centralino del Sermig è proprio questo: un orecchio, una mente e un cuore pronti all’ascolto e a capire cosa è possibile fare per l’altro, 24 ore su 24, perché nessuno si senta perso, perché la speranza diventi un fatto, perché ogni nuova conoscenza sia veramente occasione, perché l’uomo incontri Dio. Volete fare un test? Venite al centralino!

Elena Goisis

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