Pecunia non olet

Pubblicato il 17-01-2013

di Andrea Gotico

La Scuola per Artigiani Restauratori del Sermig, prepara giovani specialisti nei vari settori del restauro. Il recupero di reperti provenienti da depositi museali è una delle materie più affascinanti e nello stesso tempo impegnative. In tre puntate il racconto passo-passo di quello che succede “dietro le quinte”.

1: Lo stato di conservazione.
Dodici dischetti. O quasi. Il “quasi” si riferisce ai dischetti e non al numero. La loro forma in verità è più simile a un “muffin” al cioccolato e pistacchio sul quale un maldestro e pesante piede ha posto come un maglio la propria orma.
Dodici mini muffin, dodici monete consegnateci così come gli archeologi le hanno trovate. Che siano monete in effetti lo si suppone. Il loro stato in questo momento non ci consente valutazioni più precise. La terra e la sporcizia, i frammenti organici egli ossidi che le ricoprono se osservati al microscopio le fanno assomigliare ad una landa marziana. Solo il colore è diverso: verde-marrone anziché rosso-arancio.

Le loro misure variano da 15 mm. a 27 mm. di diametro. Risvegliate da un lungo sonno, ora affronteranno una delicata toelettatura. Una per una sfileranno sotto le lenti del microscopio dove, con la massima cautela, verranno liberate dal bozzolo di terra che le ha fasciate per molto, molto tempo. Quanto tempo? È presto per dirlo. Potrebbero appartenere al periodo romano o a quello medievale. Lo scopriremo appena la superficie ripulita sarà intelligibile.

Aldo Novelli

More info: Scuola per Artigiani Restauratori

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