Pronto Sermig?

Pubblicato il 07-11-2012

di Andrea Gotico

Suona il telefono, è la Squadra mobile: “Abbiamo arrestato un ragazzo per sfruttamento della prostituzione. In casa con lui oltre alle ragazze che sfruttava c’è sua sorella. È un po’ ritardata, la accogliete?”.
Ana ha 27 anni. A 17 nel suo Paese, dichiarata schizofrenica, viene rinchiusa in manicomio. Ci rimane per lungo tempo. Dimessa, è rispedita dai suoi genitori che la tengono chiusa in casa per vergogna della gente. Esce di nuovo per la prima volta quando i suoi, senza minimamente consultarla, decidono di darla in sposa ad un uomo più vecchio di lei, un alcolista che la picchia e non la fa uscire perché “ritardata”.

Lei stanca delle botte scappa e ritorna da mamma e papà. Mihai, il fratello piccolo, decide di portarsela in Italia. Ha bisogno di qualcuno che lo serva in casa: che cucini, che pulisca, che non faccia tante storie su ciò che vede. Da tre mesi Ana è con lui a Torino.
Mihai in Italia c’è arrivato da minorenne, sfruttato da “magnaccia” che lo mandano a prelevare le ragazze, a controllarle sulla strada. Ha assistito a così tante schifezze che, stanco, si decide a denunciarli tutti, mandandone parecchi in galera. Lui è inserito in una comunità per minori, segue il progetto, trova lavoro, lo perde per cavilli burocratici. Passano i mesi e non trova un altro impiego. Allora torna nel giro e diventa peggiore di quelli che ha denunciato. Ma per Ana, Mihai è bravo perché è suo fratello!

Ana è stata chiusa in manicomio, chiusa nella casa paterna, chiusa con un marito alcolista e infine chiusa in una casa di prostituzione a fare la serva. Sono mesi che Ana non esce di casa, anni che non esce da sola. Quando arriva da noi, appena capisce che può fidarsi mi guarda e sorridendo mi dice: “Mi porti fuori, mi porti a fare un giro?”.

Renza Bogiatto

(n.d.r. i nomi utilizzati sono di fantasia)

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