Un avvento di restituzione

Pubblicato il 28-01-2013

di Andrea Gotico

Un bell’esempio di come la restituzione possa essere vissuta da chiunque, anche a casa propria, anche da un gruppo di bambini che riesce a coinvolgere tutta la comunità.
La testimonianza è di una catechista (Fulvia, della parrocchia di s. Giovanni Battista di Candiolo – To) che con la sua fantasia e con quella dei bambini ha messo in piedi un sistema di restituzione che ha movimentato l’Avvento e il Natale nella propria parrocchia. Come si può dire che i bambini non capiscono certe cose? Forse le capiscono a modo loro, che forse è il modo giusto.

“Presto servizio come catechista per i bambini delle scuole elementari e quest'anno, memore dell’esperienza che abbiamo avuto all’Arsenale qualche mese fa, ho pensato di allestire un calendario dell'Avvento per i bambini e ragazzi di una comunità vicino a Torino così suddiviso: su un grande pannello di legno diviso in due, da una parte c'erano 24 coni rossi dove tutti i giorni dell'Avvento i bambini e ragazzi ricevevano un dono, che poteva essere una preghiera, un segnalibro, un angioletto da appendere in camera, un cioccolatino, insomma qualcosa che potessero portare a casa come dono.

Dall'altra parte 24 coni bianchi dove i bambini e ragazzi restituivano qualcosa che poteva essere una preghiera, un disegno, un oggetto che avevano a casa o che comunque avevano fatto loro e che desideravano mettere in questi coni per restituire. Naturalmente il tutto fatto in piena libertà, nel senso che potevano anche solo ricevere, ma tutti hanno restituito ed era bello vedere le loro espressioni.

La sera della veglia natalizia, alla fine della S. Messa di Natale, questi doni messi dalla parte del restituisco sono stati donati alla comunità da parte dei ragazzi e dei bambini del catechismo e dell’oratorio. Le prime ad essere entusiaste dell'idea del Calendario dell'Avvento con il ricevo e restituisco sono state le catechiste.

I ragazzi e bambini del catechismo e dell’oratorio hanno partecipato con entusiasmo. Avevamo davvero tante cose da regalare alle persone del paese, come testimonianza del restituire qualcosa di proprio. Anche gli adulti hanno partecipato, specialmente i nonni che accompagnavano i bambini alla novena di Natale”.

Redazione

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