Alle prese con il COVID

Pubblicato il 19-07-2021

di Corrado Avagnina

Costi e benefici di una stagione in corso.

La stagione che viviamo, ci pone sventagliate di do­mande per le quali ci vuole un surplus di consapevo­lezza per non smarrire le risposte adeguate. Prendiamo (per i… capelli) una questione per nulla trascurabile. I lock-down, le zone arancioni e rosse, i Dpcm, le misure precauzionali… ci hanno segnato, in particolare per quanto hanno limi­tato e ristretto. Ci sono stati pesanti risvolti economici, per attività inter­rotte, per situazioni impraticabili, per un’operatività bloccata… Su questo versante ci sono risvolti davvero problematici, per tanti che si sono trovati quasi al tracollo per il loro lavoro soprattutto. E, al riguardo, si sono registrati i contraccolpi mici­diali sul bilancio familiare, al punto da ingenerare una enormemente accresciuta fascia di "nuove povertà". In cui si percepisce come lacerante l’essersi trovati quasi di colpo "sen­za il necessario". E l’impatto con la malattia propria o altrui (in famiglia e non solo) ha portato a misurarsi con "l’essere senza salute" o "l’essere sfiorati dalla morte", in un intreccio di pensieri anche aspri dentro, nonché dolorosi ed ardui.

Poi c’è tutto il capitolo della scuola, chiusa in troppi prolungati momenti, con tutto ciò che è stato sottratto per il non essere più protagonisti delle lezioni in presenza. Un pezzo impor­tante di vita che è venuto a mancare. Generazioni alle prese sì con le nuove tecnologie (dove funzionano), ma anche con l’assenza dello stare insie­me, del trovarsi, del socializzare… tutte occasioni vitali per crescere in umanità. Quante colorate ed intri­ganti proteste dei ragazzi, su questo terreno! Quanta urgenza conclamata di essere vivi "con" gli altri e non "sen­za" gli altri! Quanta voglia di realtà concreta e quanta overdose di connes­sioni virtuali! Insomma la pandemia ci ha portato via e ci sta portando via parecchio. Lo sappiamo. Nelle pareti domestiche si è alle prove di situa­zioni familiari ed adolescenziali che franano. Gli psicologi notano com­plicazioni di vario tipo, a più livelli. E lanciano allarmi da non sottovalutare.

Ma il lock-down assortito che ci tocca ha anche comportato di finire "sen­za"… qualcosa di superfluo, di esage­rato, di eccessivo, di troppo, di banale, di non indispensabile, di scontato, di non dovuto sempre e comunque…

Ognuno di noi può forse ripensare alle sue giornate – in tempo di "ros­so" o "arancione" in particolare – per scovarvi quanto sì è venuto a mancare ma di cui si è potuto fare a meno, rimediando con un ulteriore tasso di umanità, di attenzioni, di servizi, di premure… Ci si è distratti di meno su tante occasioni trascurabili e ci si è impegnati di più in qualcosa di diver­so, sostanzioso, sensibile al bene… In­nanzitutto il bene-salute, per cui fare sacrifici. E sì perché ci si può arricchi­re di dignità anche senza le cose che non sono indispensabili, pensando a ciò è necessario. "Senza" non è solo una diminuzione che penalizza, può anche aiutare a moltiplicare il bene appunto. La pandemia causa sì vuoti, ma non sono tutti vuoti a perdere. Paradossalmente.

NP Aprile 2021

Corrado Avagnina

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