Pellegrini di speranza

Pubblicato il 11-05-2024

di Corrado Avagnina

Anche l’esperienza religiosa è sotto la lente di ingrandimento dei sondaggi. E, per quanto riguarda la situazione italiana (nel quadro non confortante dello scenario europeo occidentale), i dati e le percentuali tendono al forte e persistente ribasso. Basta un’osservazione en passant per convincersi che si vive un riscontro piuttosto problematico nei numeri, che spinge oramai da tempo nella direzione di una minoranza marcata. Ma ciò che dovrebbe interpellare ancora più è la qualità della stessa esperienza di fede: i sociologi parlano di un contesto religiosamente “sbiadito”, cioè un po’ trascinato, tendente al residuale, non in grado di arginare una certa marginalità. Si parla oggi del libro di Luca Diotallevi, La messa è sbiadita, edizioni Rubettino. E si sottolinea – sempre sociologicamente – da una parte la forza dirompente della voce profetica di papa Francesco che lascia il segno, ma – dall’altra – si fa notare che l’orizzonte attenderebbe altre voci in scia, in grado di radicare nelle comunità e nelle società un annuncio che conquisti. E ancora si menzionano fenomeni che amareggiano – anche solo ricordando l’incoraggiante stagione del Concilio – come il rifugiarsi dentro appartenenze di tradizionalismo impensato. Senza scordare che si fa sempre più ardua la possibilità evangelica di coinvolgere le nuove generazioni, segnate dalla distanza che si amplia proprio nel mondo giovanile, incamminato su altri riferimenti esistenziali.

È pur vero che dentro l’esperienza sinodale in corso ci si sta mobilitando per capire, riflettere, misurarsi… Rispetto a queste sfide concrete e quotidiane in cui la vita cristiana sembra rarefarsi, almeno dentro le coordinate in movimento e a briglia sciolta che segnano l’orizzonte occidentale. E non mancano gesti e varchi coraggiosi, inediti, sorprendenti. Per non perdere contatto, anzi per riproporsi con una fede inesauribile, nonostante lo scolorirsi di tante realtà ed espressioni. La lunga trafila del Vangelo nella storia – unitamente alla promessa del Risorto ai suoi – sollecita a non perdersi d’animo, a cercare vie inesplorate, a investire sull’ascolto dello Spirito, strada facendo. Raccogliendo la manciata di domande su come si può stare in questo mondo con nell’animo una «speranza che non delude, da condividere», nella quale riconoscersi e guardare agli eventi, alle situazioni, ai problemi, alle ansie e inquietudini di quest’oggi. È per questo che, forse, papa Francesco ha dato al prossimo Giubileo del 2025 l’orizzonte del farsi Pellegrini di speranza, camminando tra la gente, avendo qualcosa di grande da portare, non smarrendo la strada, ma coltivando passi incoraggianti, insieme.


Corrado Avagnina
NP aprile 2024

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