Restare umani

Pubblicato il 07-01-2024

di Corrado Avagnina

Viviamo un’ora buia, che ci inquieta e ci spaventa. Siamo dentro una stagione complicata, con situazioni incandescenti in vari punti del pianeta, con le guerre che incalzano e mettono i brividi, con incertezze e paure che si riversano sulla nostra quotidianità piena di ombre e di affanni. Non è il caso che rifacciamo l’elenco di quanto oggi ci fa sentire fragili e quasi smarriti.

Tornano spettri che si pensavano superati e archiviati. I conflitti, i fondamentalismi, i terrorismi, le violenze, le armi, le prevaricazioni… le disumanità assortite stanno riemergendo con prepotenza, sfacciataggine, spudoratezza. Le immagini che ci tallonano dai TG sembrano portarci indietro di decenni, se non di secoli.
Le ferite che si stanno infliggendo all’umanità sotto le bombe, sotto le rovine, nei naufragi, nelle povertà, nelle discriminazioni, nelle diseguaglianze… sono impressionanti. Con un’aggravante sconcertante, quella dei bambini che sono le vittime più angoscianti di questa oscurità penosa e disperante.

Ma è proprio in questi frangenti che ci è chiesto di raddoppiare l’impegno, raccogliendo la “speranza che non delude”. Speranza per cercare vie d’uscita, per non restare indifferenti, per diventare sempre più consapevoli, per mettere in campo da credenti la forza alternativa della preghiera che può cambiare gli animi là dove c’è urgenza di cambiare le cose che non vanno e fanno male, tanto male.

Le nuove generazioni che crescono, attraversando con noi questi momenti di tenebra, hanno diritto di essere accompagnate su strade alternative, perché abbiano un futuro di vita vera e non di annichilimento collettivo. E vanno anche ascoltate nelle loro intuizioni che si spingono un po’ più avanti di noi, senza che ci si lasci condizionare da alcune contraddizioni di troppo.

Oltre le nebbie ci si può sporgere. E insieme si può scommettere su qualcosa di inedito. E si può cominciare dai piccoli grandi gesti della ferialità, là dove si può e si deve “restare umani” come diceva il pacifista volontario, Vittorio Arrigoni, ucciso a 36 anni dai terroristi jihadisti a Gaza. Sì, è un dovere indispensabile “restare umani”, giorno dopo giorno. Ed è una formidabile profezia nel tempo presente, macchiato da enormi disumanità. A cominciare dalla mina vagante dell’indifferenza. Non aspettando gli altri, provandoci subito, da parte di ciascuno che se la sente e vuole dare una scossa.


Corrado Avagnina
NP dicembre 2023

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