Ieri e oggi liberazione

Pubblicato il 11-06-2024

di Corrado Avagnina

Il calendario ci tallona con giorni che passano e ricorrenze o richiami vari. Il rischio di assuefarci agli anniversari e alle giornate è in agguato. Forse è importante capire cosa vale davvero. Perché ci sono date che non possono sbiadirsi, per il bene di tutti. Abbiamo appena alle spalle il 25 aprile, Festa della Liberazione. In questo anniversario vitale per il nostro Paese, si condensano pensieri e convinzioni che restano alla base del nostro stare insieme, contando sul valore decisivo e coinvolgente della democrazia ritrovata quasi 80 anni fa, uscendo da una guerra devastante, anche grazie a chi si ribellò alla dittatura nazifascista e visse la stagione coraggiosa della Liberazione. In tempi come i nostri che vedono all’orizzonte nubi nere di guerre che si percepiscono anche vicine, con inquietanti escalation in agguato, mentre nel mondo le prevaricazioni del potere non mancano a ogni latitudine, ecco che ritornare a quella stagione in cui si rifondò l’Italia democratica rimane un passo da non snobbare e da non trascurare.

Abbiamo bisogno urgente di ritrovare l’amore e la dedizione per le nostre comunità, in cui tutelare diritti democratici e coltivare i doveri di partecipazione e di condivisione. Tanti, ottanta anni fa, si spesero per questi intenti, tanti credettero in una testimonianza civile da mettere all’opera. Di tutto questo c’è da fare memoria, ma non solo superficialmente. Men che meno di stanca abitudine. Una memoria invece che tocchi gli animi, che disegni un impegno nell’oggi, che alimenti un “esserci” dentro le odierne urgenze del tempo problematico da vivere. Chi ci liberò dal nazifascismo ha consegnato idealmente alla nostra storia una manciata di valori su cui riflettere, da mantenere vivi. Anche solo (e non è poco) esercitando quel diritto riacquistato a esprimere un voto democratico, mentre ormai quasi un italiano su due sembra oggi disertare le urne. E le urne stesse sono persino oggetti di baratti inaccettabili, come le inchieste testimoniano.

Ma c’è un Paese da tenere in piedi con la responsabilità di tutti e di ciascuno, in un quadro europeo che pure si sta sfilacciando e che può sgretolarsi se venisse a mancare una visione più ampia, oltre i tanti egoismi e le tante miopie geopolitiche. Ottanta anni fa uomini e donne di coraggio seppero decidere da che parte stare, correndo il rischio della vita. Il testimone che quella generazione ci consegna è una mission a essere protagonisti di democrazia alta, in tempi critici. Lasciando gli spalti di spettatori distratti o indifferenti, assumendo invece la vocazione di “cittadini” che si prendono cura e in carico la casa comune, nelle diversità e nelle condivisioni, nei diritti e nei doveri.


Corrado Avagnina
NP maggio 2024

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