Amare la vita

Pubblicato il 31-08-2021

di Rosanna Tabasso

Pregare o agire? Quante volte ci domandiamo se privilegiare la vita di preghiera oppure dedicar­ci alle azioni che rendono migliore la nostra vita e la vita di tanti… Ci dedichiamo alle opere tra­lasciando la preghiera oppure diamo tempo alla preghiera e ci sentiamo in colpa per non aver agito. Ragioniamo se sia meglio l’una o l’altra cosa, cer­chiamo di giustificarci con Dio per le scelte fatte e finiamo per considerarlo un contabile che fa le percentuali tra lavoro e preghiera e agisce con noi in base ai nostri meriti. A forza di ragio­nare così, abbiamo spinto Dio fuori dalla nostra vita, dal nostro pensare, dal nostro agire, ci siamo ritrovati a fare, a operare senza di lui. Abbiamo dimenticato che il nostro Dio ha volu­to fin dalla creazione farci simili a lui e non è bastato. Ha voluto essere con noi per riportarci all’armonia inizia­le e l’amore l’ha spinto a fare di suo Figlio Dio un uomo come noi: Gesù, totalmente Dio, totalmente uomo.

L’incarnazione del Figlio di Dio ci ha rivelato il grande amore del Padre, tale da fare di noi figli amati. Infine Gesù ci ha rivelato il piano di salvezza di Dio e ci ha dato il suo Spirito, lo Spirito del Padre per essere sempre in noi. Siamo salvati perché l’Amore di Gesù e del Padre ci ha resi figli e fratelli tra noi, abitati dallo Spirito Santo. Noi viviamo dentro questa storia di salvezza. Questa è la nostra identità di cristiani e dobbiamo ricollocarci continuamente dentro questo piano di amore per fare davvero pace con Dio e restituire integrità alla nostra vita umano-divina! Perché se Dio incar­nandosi ha restituito piena fiducia all’uomo, al suo operare come custode della vita e del creato, è tempo che l’uomo torni a dare piena fiducia a Dio e a vivere, agire, operare con lui. A partire da noi, che abbiamo scelto di essere cristiani, ma poi non sappiamo bene dove mettere Dio nella nostra vita concreta e dubitiamo che lui possa guidare davvero le nostre scelte quotidiane.

La prima cosa da fare è recuperare la mentalità di chi sa di essere stato sal­vato: non sono mai solo io, siamo io e Dio in me, insieme. Se recuperiamo la certezza di essere uno con Dio, abitati dal suo Spirito, recuperiamo il segreto di Gesù: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compie­re la sua opera» (Gv 4,34) e il nostro pensare e il nostro agire tornano ad essere con Dio. Ritroviamo l’unità del­la nostra persona e l’unità tra pregare e agire, pensare e pregare.

È un metodo con cui affrontare la vita: partire sempre dalla Sacra Scrittura, ascoltata, meditata, che lo Spirito Santo ci aiuta a comprende­re, a tradurre nell’oggi che viviamo. Una Parola che ci dà la direzione giusta, ci indica le priorità, orienta le nostre energie migliori verso il bene. Una Parola che agisce in noi e poi, at­traverso di noi, là dove siamo chiama­ti e mandati. Lo Spirito che ha ispirato la Scrittura ci aiuta a comprendere che la Parola di Dio è viva ed effica­ce nel nostro oggi, come ha creato dal nulla ogni cosa, così ci ri-crea continuamente e progressivamente, ci ri-orienta verso Dio, perché tutto ciò che facciamo rispecchi l’armonia della creazione. La Scrittura di cui ci nutriamo ogni giorno non risolve ma­gicamente tutti i nostri problemi, ma ci offre le chiavi per affrontare le com­plessità del nostro tempo e leggere i segni dei tempi partendo da Dio. Con lui diventiamo protagonisti di una nuova creazione, che coinvolge tutta la nostra persona, le nostre scelte, le nostre azioni, le nostre opere. Non è solo un percorso personale. È il metodo con cui una comunità che vive nel mondo è chiamata ad affron­tare le sfide del tempo, ad orientarsi nella vita sociale e politica del tempo che vive e contribuire a riportare l’ar­monia della creazione nel caos di una vita organizzata senza Dio.

Dio si è fatto uomo perché l’uomo tornasse a ricordare di avere Dio con sé. La preghiera, l’ascolto della Parola sono essenziali per agire come Gesù, sempre in comunione con il Padre e far discendere da lui le nostre opere. Sogniamo, pensiamo, progettiamo insieme il futuro, ma facciamolo discendere da Dio, ripartendo conti­nuamente da lui: «In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14,12). Non ci chiede di scegliere se pregare o agire. Ci chiede di pregare e agire. Proprio come Gesù.

 

Rosanna Tabasso
NP aprile 2021

 

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