Amortali

Pubblicato il 09-08-2012

di Corrado Avagnina

di Corrado Avagnina - Il numero dei centenari cresce. Una stagione che evidenzia criticità, ma anche lati positivi da affrontare insieme.

Gli anziani in prima pagina. Non solo perché parecchi di loro sono in affanno per le ripercussioni anche concrete e immediate della manovra Salva Italia del Governo (tra l’altro si poteva risparmiare almeno quell’incubo indotto dalla probabile impossibilità di utilizzare il contante dovendo affidarsi a carte elettroniche di cui non dispongono e con cui non sono ammanicati). Non solo perché guardano all’attuale congiuntura con una preoccupazione pesante. Infatti c’è anche altro, d’attorno. Molti invece hanno letto la notizia della donna piemontese che ha compiuto 112 anni, vedendo nell’arco della sua vita ben dieci papi. Curiosità. Dati da record. Ma anche spunti per una riflessione più ampia. Che non si fermi solo all’angoscia di una pensione più lontana per chi sarà anziano domani, anzi no, solo dopodomani o forse chissà! Ripartiamo allora dal fronte dei centenari. C’è innanzitutto da ricordare che oggi in Italia sono più di quindicimila, dieci anni fa erano 6.300 (poco più di un terzo).

Si prevede che nel 2040 si conteranno nell’ordine dei centomila. Chi nasce adesso potrà mettere in conto i cento anni come un traguardo di vita non irraggiungibile, anzi… Tutti sintomi che la ultima età si sta dilatando. Si invecchia, come sempre, ma si vive più a lungo. Ci si consuma fisicamente ed anche psicologicamente. Non si è… immortali. Ma intanto l’esistenza cresce progressivamente in quantità di tempo da vivere.

Una scrittrice americana, Catherine Mayer, ha coniato un neologismo per indicare questa nuova ed inedita stagione umana dai capelli grigi in abbondanza, parlando di amortali e dandone una versione molto ottimista, molto speranzosa, molto vitale. In realtà quando si è inevitabilmente vecchi non tutto fila liscio come si vorrebbe far credere. Certo si è aiutati molto più che in passato a fronteggiare acciacchi vari. Ma i guai arrivano comunque, presto o tardi. E non è granché consolatorio usare espressioni paradossali come… diversamente giovani. Realisticamente gli anni pesano. Ma i giorni si allungano. E si deve apprezzare la vita, sempre. Quando è vigorosa, quando è debole, quando è in declino. Assumendola per quello che è. Dando alla quarta età attiva le possibilità di esprimersi e di gratificarsi, ma anche accompagnando e sostenendo chi arranca, chi è stanco, chi non è più autosufficiente… Senza contare che oggi, più che mai, la stagione anziana evidenzia tante criticità sul piano psicologico e psichiatrico. I molti anni sulle spalle talora “portano fuori di senno”, come dice il Libro dei Proverbi. Insomma un mix di vitalità e di caducità. Su cui essere allertati. Senza esagerare in un senso e nell’altro.
In fondo si è chiamati a vivere e condividere, magari con un’inventiva nuova, con una disponibilità diversa, con un’attitudine più aperta ma sempre col senso del limite… quella stagione che volge al tramonto.

Non illudendosi che la fine non ci sia più. Non volendo fare i giovani come se non si fosse vecchi. Stando al proprio posto. Ed aiutandosi reciprocamente a riuscirci. Raccordando le generazioni che si realizzano se non si ignorano. Sperando che la società non finisca per salvare genericamente se stessa (complici le crisi finanziarie) con lo scaricare sia i giovani ai quali non riesce a dare un futuro, sia i vecchi ai quali non è in grado di assicurare una dimensione realisticamente umanizzante che si meritano tutta.

Quarta Pagina – Rubrica di Nuovo Progetto

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