Blue home

Pubblicato il 19-11-2021

di Stefano Caredda

Un progetto per famiglie con bambini e ragazzi autistici.

Un nuovo modo di aiutare ed essere aiutati, totalmente immersivo e dal grande impatto.

Una grande casa con telecamere e auricolari, dove tutto viene attentamente controllato, la puoi uti-lizzare in tanti modi. Quello più conosciuto è la modalità "Grande Fratello": ci metti dentro dieci personaggi più o meno famosi in cerca di visibilità, li mandi in onda h24 in diretta tv e aspetti di vedere che succede, costruendoci comunque attorno un po' di chiacchiericcio. Un modo molto meno conosciuto, ma infinitamente utile, è quello sperimentato a Varese dalla Fondazione Sacra Famiglia in una struttura con quattro appartamenti autonomi adatti ad ospitare altrettante famiglie. Per la precisione, famiglie con bambini e ragazzi autistici. In pratica papà, mamma e figli (compresi fratelli e sorelle dei bambini autistici) per dieci giorni si trasferiscono in questo nuovo appartamento, come fosse una vacanza.

Qui, attraverso telecamere nascoste, microfoni e auricolari, tutti vengono costantemente seguiti da un'équipe altamente specializzata, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita quotidiana e correggere eventuali comportamenti disadattivi. Insomma, un aiuto prezioso nella definizione di un vero e proprio programma di educazione. L'iniziativa, unica in Europa, prende il nome di progetto "Blu Home" (il blu è il colore simbolo dell'autismo) e finora nella sua fase sperimentale ha ospitato due famiglie. Con il via ufficiale, l'esperienza può ora essere allargata anche agli altri nuclei familiari che si erano prenotati nei mesi scorsi: almeno venti.

Nel dettaglio, le abitazioni sono dotate di sistemi domotici e sono arredate con particolari accorgimenti auti-sm-friendly, così da renderle quanto più funzionali. Ogni appartamento è monitorato a distanza da uno psico-logo e da un educatore: dopo la prima giornata dedicata all'accoglienza e al dialogo, genitori e bambini vengono osservati per 2-3 giorni, nelle ore diurne, attraverso un circuito di controllo audio-video, senza nessun intervento da parte degli operatori. I giorni successivi vengono effettuate attività guidate dagli specialisti, per correggere eventuali errori e suggerire strategie alternative. Il settimo giorno è dedicato al riposo reciproco, mentre nelle ultime tre giornate gli operatori si limitano a osservare il comportamento della famiglia per verificarne i miglioramenti.

Non manca il diario di bordo, che serve ai genitori per annotare i momenti particolari di ciascuna giornata, poi valutati dagli esperti della fondazione al fine di evidenziare i momenti "critici" e insegnare al nucleo familiare i comportamenti più corretti da adottare. Un nuovo modo di aiutare ed essere aiutati, totalmente immersivo e dal grande impatto, per migliorare tutti insieme la vita della propria famiglia.

Stefano Caredda

NP Agosto-Settembre 2021

 

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