Fede sfidata

Pubblicato il 15-10-2012

di Corrado Avagnina

Di Corrado Avagnina - Il futuro del cristianesimo: la speranza di un nuovo inizio.

L’estate, sia pure di crisi, resta stagione in cui tanti ritmi rallentano. E forse, se si riesce a ritagliarsi una pausa, può essere il tempo di ragionamenti anche importanti, un po’ distaccati dall’assillo quotidiano, guardando in profondità ed in prospettiva. In autunno sarà Anno della fede, a mezzo secolo dal Concilio Vaticano II. Pensarci con calma, adesso, sotto il solleone, magari con un buon libro tra le mani, può essere utile. Se poi ci sono amici attenti e sensibili che tra una bibita ed un gelato accettano la sfida di confrontarsi su questo terreno delicato, ne può scaturire una serata apprezzabile. Non che sia argomento soltanto da salotto estivo o da intrigante apericena. Certamente resta uno spunto da masticare con cura ed accortezza, meglio se lo si condivide insieme. Infatti la posta in gioco non è da poco.

Viene voglia di ripercorrere gli ultimi decenni, che hanno ondeggiato parecchio sulla frontiera della fede appunto (o della non fede). Negli anni del Concilio e subito dopo, la questione apertissima era quella dell’ateismo. Allora si iniziò una mastodontica collana all’insegna di enciclopedia dell’ateismo. Poi – strada facendo – non ci si è più curati un granché dei suoi titoli, che forse si sono esauriti presto. Erano i tempi che ereditavano il fascino dei famosi maestri del sospetto, cioè quei filosofi che avevano cercato di screditare l’esperienza religiosa come depistante ed inconcludente o come ingannatrice ed inutile.

Pure questa stagione ha perso progressivamente di grinta e di appeal. Intanto – dopo un lungo ed emarginante silenzio dell’opinione pubblica – ecco che è salito alla ribalta un certo mondo islamico che poi si è rivestito, qua e là, di talune spinte fondamentaliste e fanatiche (tuttora cariche e micidiali, con gli attentati alle chiese cristiane in vari punti del mondo, senza trascurare i casi di Al Qaeda e dei talebani). Pur in un contesto di primavera araba, tutta da decifrare, anche sotto l’aspetto religioso. Insomma l’ateismo è sembrato perdere colpi, davanti ad una ripresa di correnti di religiosità talora forti e da vagliare.

Ma nell’Occidente che ci riguarda, alle dibattute argomentazioni sulla negazione di Dio ecco subentrare la stagione sfuggente dell’indifferenza, del non curarsi di Dio, del non farci caso, del non pensarci troppo. In un mix di post-cristianesimo che scolora un po’ tutto. Come è sperimentabile nelle nostre realtà quotidiane anche di paese, che presentano stili di vita per nulla evangelici, senza appartenenza ecclesiale, senza momenti liturgici condivisi, senza preoccupazioni religiose di sorta se non nelle scadenze tradizionali che non conoscono più filtri o coerenze, perché parte del paesaggio, della storia, delle consuetudini...

Ecco allora che in questo clima decisamente cambiato, mentre la Chiesa patisce i suoi guai amplificati dai mass media e rischia di perdere la sua qualifica di punto di riferimento anche sociale, diventa serio il caso della fede, sfidata su più fronti, spesso marginalizzata come irrilevante, talora bollata come insignificante per il realismo della vita. Insomma cos’ha da dire e dare un credente in Cristo oggi, sotto questi chiari di luna? Bella domanda, da serata estiva e non solo... Magari partendo da quanto scrive Duilio Albarello (L’umanità della fede. Credere in Dio nell’epoca del disincanto – Effatà edizioni), citando le previsioni del teologo Maurice Bellet.

Infatti ci potrebbero essere per il cristianesimo almeno quattro ipotesi di futuro. Che scompaia, perché parecchi non ci pensano più. Ed in parte già avviene. Che si dissolva nei valori cosiddetti cristiani trasmigrati nella società civile. Che continui, conservandosi in salsa di compromesso, tra modernità e postmodernità, alla meno peggio. Infine che abbia un nuovo inizio, voltando pagina, rispetto ad una forma di cristianesimo che non incide più di tanto, neanche nelle coscienze, purtroppo. Vogliamo interrogarci su questa quarta ipotesi che ovviamente ci sta a cuore?

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