I libri del dialogo

Pubblicato il 18-07-2022

di Aurora Antonucci

I bambini sono sempre gli ultimi

Come le istituzioni si stanno dimenticando del nostro futuro

di Daniele Novara

Bur Saggi, 2020

Sono almeno vent’anni che genitori e professionisti dell’educazione assistono al progressivo abbandono dell’infanzia da parte delle istituzioni, ma mai come durante la recente emergenza legata al Covid-19 la realtà dei fatti è stata sotto gli occhi di tutti. Il momento per interrogarsi davvero sulla situazione dei bambini nel nostro Paese, quindi, non può più essere rimandato, ed è necessario cominciare dalle domande fondamentali: quando abbiamo smesso di occuparci di infanzia? Chi sono stati i principali agenti di questo disastro e, soprattutto, esiste un modo per rimettere i più piccoli al centro delle preoccupazioni istituzionali? A queste domande risponde Daniele Novara, esperto di riferimento italiano sui temi della pedagogia e dell’educazione, e che per primo ha lanciato l’allarme sulla scuola durante la pandemia.

 

 

 

Un'altra storia inizia qui

La giustizia come ricomposizione

di Marta Cartabia e Adolfo Ceretti

Bompiani, 2020

Marta Cartabia e Adolfo Ceretti si confrontano con il magistero del cardinal Martini spiegando il valore che esso continua a racchiudere e la necessità ancora viva di ciò che l’arcivescovo auspicava.

Sperava in una giustizia che ricucia i rapporti piuttosto che reciderli, promuova i valori della convivenza civile, porti in sé il segno di ciò che è altro rispetto al male commesso.

Dalle visite in carcere che il card. Carlo Maria Martini fece lungo tutto il suo mandato episcopale a Milano nasce la riflessione racchiusa in queste pagine: come e perché fare in modo che la pena sia giustizia ma anche ricomposizione?

 

 

La crepa e la luce

Sulla strada del perdono. La mia storia

di Gemma Calabresi Milite

Mondadori, 2022

È un libro che ci mostra come l’odio e il desiderio di vendetta si possano trasformare in fiducia negli altri e in amore.

Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi, racconta il suo percorso di pacificazione e di perdono cominciato cinquant’anni fa, il 17 maggio del 1972, quando a soli 25 anni rimase vedova con due bambini piccoli e in attesa del terzo.

Una strada tortuosa che l’ha condotta, non senza fatica, a crescere i suoi figli lontani da ogni tentazione di rancore e rabbia e ad abbracciare, nel tempo e con sempre più determinazione, l’idea del perdono.

Lo spiega lei stessa: «Ho 75 anni, non so quanto ancora durerà questo mio viaggio qui. Scrivo questo libro per lasciare una testimonianza di fede e di fiducia. Per raccontare l’esperienza più significativa che mi sia capitata nella vita, quella che le ha dato un senso vero e profondo: perdonare».

Il racconto, partendo dalla vita di una giovane coppia che viene sconvolta dalla strage di Piazza Fontana, attraversa mezzo secolo, ricucendo i momenti intimi e privati con le vicende pubbliche della società italiana.

 

Aurora Antonucci

NP Marzo 2022

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