Il Covid dell’italiano medio

Pubblicato il 05-04-2021

di Michelangelo Dotta

Per alcuni giorni almeno, le televisioni di tutto il mondo hanno potuto tirare un lungo respiro ristoratore dopo la interminabile apnea da coronavirus e da lock-down; le elezioni presidenziali americane hanno occupato le prime pagine dell’informazione globale che ha dato ogni possi­bile risalto alla storica e faticosa vittoria di Biden e del partito democratico. Un gran respiro di condiviso sollievo, un successo elettorale senza precedenti per numero di votanti, una brutta pagina durata un solo mandato che finalmente si chiude. Sullo scranno dell’uomo più potente del mondo siederà per i prossimi quattro anni una persona agli esatti antipodi del suo predeces­sore.

Sui migranti, sui dazi, sul riscaldamento globale come sulla lotta contro la pandemia, sui rapporti con i partner europei e in primis con l’Italia, il nuovo presidente ha le idee molto chia­re: ridiscutere tutto… E sincera­mente pare un’ottima premessa, in questo particolare momento ce n’era proprio bisogno. Pacato, mai sopra le righe, di sobria ele­ganza, volto segnato dal tempo e dalle disgrazie che hanno accompagnato la sua vita ma dall’espressione gentile e autenti­ca, Biden impersona l’americano medio, il padre saggio capace di mediare e mettere d’accordo tutta la famiglia, l’uomo di polso ma innanzitutto di cervello.

Strano, ma noi cerchiamo e a volte premiamo negli altri quelle doti di raziocinio e di equilibrio che da noi stessi non pretendia­mo, convinti e più che sicuri che le responsabilità e i doveri siano sempre altrui e mai nostri.

Applicando in toto questa ferma convinzione e sottraendoci pun­tualmente al rispetto delle regole, ci ritroviamo oggi, a distanza di un anno, all’esatto punto di partenza rispetto al contagio, nessuno sembra aver imparato nulla dall’esperienza di marzo se non ad essere meno impauriti e timorosi sino a rasentare in molti casi indifferenza o spavalderia nei confronti dei contagi galop­panti.

I medici, da eroi, sono diventati untori e profeti di sciagura, i pronto soccorso al collasso non fanno più notizia e anche le terapie intensive, peraltro pesan­temente implementate quasi al completo, non preoccupano più di tanto.

Dopo l’esperienza festaiola di lassismo estivo, siamo diventati inossidabili alle paure del conta­gio e anche i nuovi lockdown a fasce differenziate, non sembra­no averci toccato più di tanto. Che sarà mai un’improbabile ammenda vista e considerata la palese assenza di controlli?

La triste realtà del Covid ci ha permesso di mettere a fuoco l’esatta fotografia dell’italiano medio che tra giochetti, cabale e sotterfugi pensa di dribblare anche il virus convinto che i fur­betti, anche in questo frangente, riusciranno ad aver la meglio. Mai come adesso imparare dall’America sarebbe così op­portuno e saggio.

NP Gennaio 2021

Michelangelo Dotta

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