La mia e la nostra forza

Pubblicato il 03-09-2023

di Rosanna Tabasso

Ascoltando il Vangelo della notte di Pasqua mi ha colpito molto la sequenza dei fatti che Matteo elenca: mentre le donne sono al sepolcro, un gran terremoto scuote la terra, un angelo sceso dal cielo rotola sotto i loro occhi la pietra che chiudeva la tomba e vi si siede sopra; per il suo aspetto come di folgore e i suoi abiti bianchi come neve, le guardie rimangono tramortite per lo spavento, ma l’angelo si rivolge alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto» (Mt 28,5-6).
Questo racconto del mattino di Pasqua scuote anche i nostri sensi: il tremare della terra, la luce abbagliante dell’angelo ci fanno avvertire la potenza di ogni azione di Dio. Nessuno ha assistito alla risurrezione di Gesù, ma Dio deve aver sprigionato in quel momento tutta la potenza del suo amore creativo, tutta la volontà di ridare vita per sempre a Gesù e con lui a tutta l’umanità, a tutta la creazione. Una vita nuova, una vita per sempre.

L’angelo di fuoco e di luce apre la pietra del sepolcro dove Gesù era stato deposto dopo la morte in croce, portando con sé in quel sepolcro l’apparente fallimento umano della sua predicazione, il tradimento dei suoi amici, il fallimento del suo progetto di fraternità… Tutto era stato sepolto con lui e la pietra era stata rotolata per chiudere per sempre ogni speranza di salvezza.

Ma quando l’angelo sposta la pietra il sepolcro è vuoto. Gesù non è più lì, è risorto. E con lui è risorta la speranza di vivere qui in terra l’anticipo del Regno dei Cieli, con lui è risorta la fraternità. Tutto è cominciato dal sepolcro, perché con la morte di Gesù è morto il vecchio uomo che c’è in ognuno di noi, e con la risurrezione di Gesù è risorta la speranza che noi possiamo vivere da fratelli, fare fraternità. La speranza che la nostra testa, il nostro cuore, la nostra volontà siano rinnovate, cambiate, diverse.
Questa è la nostra speranza.
Noi che viviamo da tanti anni l’esperienza della Fraternità della Speranza, conosciamo bene la fatica dei nostri cambiamenti personali e comunitari. Non è tutto facile, non è tutto immediato, perché la risurrezione di Gesù ci dà la certezza che è possibile, ma non ci toglie la fatica di arrivare. Viviamo credendo alla parola che l’angelo ha detto alle donne e che è ripetuta anche a ognuno di noi: «Voi non abbiate paura! È risorto». La nostra speranza nasce dal credere a questa Parola. Da quando esiste la Fraternità della Speranza, all’Arsenale della Pace e negli altri Arsenali abbiamo vissuto morti e risurrezioni quotidiane, morti e risurrezioni costanti, continue. Tanti fallimenti, tanti errori, tanti peccati, tanta fatica, ma ogni giorno tutto rinasce con Gesù dalla tomba vuota. Chiediamo a Gesù risorto la grazia di credere che con lui possiamo far rinascere la bellezza di un’umanità nuova. Un’umanità che sceglie sulla fiducia di Gesù di non giudicare, di non dividere, di non essere rivendicativa, che sceglie davvero nel profondo la bontà, la fraternità, la condivisione.

La risurrezione di Gesù davvero oggi è la mia forza, è la forza della mia speranza.
Credo nella forza della risurrezione quando vedo nella Fraternità la fatica di camminare insieme. Credo nella risurrezione quando so che dobbiamo prendere decisioni e umanamente non abbiamo la certezza di fare le scelte giuste.
In questo tempo complicato mi capita spesso di pregare così: Signore, in questa situazione difficile umanamente non vediamo soluzione. Ma tu che sei il Cristo risorto, vivo, manda ancora una volta nella mia vita, nella nostra vita l’angelo a spalancare il sepolcro, a muovere qualcosa di impossibile per noi, a farci vedere che l’uomo vecchio non c’è più perché tu l’hai trasformato con te.
Chiediamolo, crediamoci sempre.


Rosanna Tabasso
NP maggio 2023

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