Un mondo di famiglie

Pubblicato il 10-09-2012

di Corrado Avagnina

di Corrado Avagnina - Indispensabili, nonostante la crisi economica e non. Anche se manca una efficace politica di sostegno.
Famiglie da tutto il mondo a Milano, a fine maggio, attorno al Papa. Nel segno di una buona notizia per chi scommette sul sacramento del matrimonio, sull’amore umano nutrito di grazia, nell’accoglienza dei figli, dentro le sfide dell’oggi. Ma a Milano sono state, inevitabilmente, a confronto tante realtà familiari che riflettono situazioni culturali, sociali, economiche… in cui appunto la famiglia viene valorizzata o penalizzata (a seconda). E si sono evidenziati soprattutto i contraccolpi della crisi che ormai attraversa gran parte del pianeta, coinvolgendo pesantemente le pareti domestiche e imbastendo risposte diverse, non sempre adeguate, anzi.

Andando al di là di quanto sta minando la vita delle coppie, quando, ad esempio, vengono colpiti i valori portanti della fedeltà coniugale o quando si compromette l’apertura alla vita col ricorso all’aborto, e cercando di immedesimarci nelle coordinate di fatica quotidiana di tante famiglie, c’è da mettere a fuoco la varia responsabilità dell’intera società verso la stessa istituzione familiare. Che non è un apparato formale o funzionale, è un’esperienza decisiva di umanità.
Eppure la famiglia sembra la cenerentola delle preoccupazioni di chi governa, sia politicamente che economicamente. “Il nostro Paese investe troppo poco sulla sua risorsa più importante, le persone… E in Italia non vi è neppure una vera politica fiscale a sostegno della famiglia”, dichiara il prof. Luigi Campiglio, economista e docente di politica economica all’Università Cattolica, su Italia Caritas. Insomma, c’è da riflettere sull’impianto generale della nostra società, che mostra nervi scopertissimi in stagione di crisi persistente ed assillante. Certo, adesso che c’è da tirare la cinghia, appaiono come appelli nel deserto quelli relativi al quoziente familiare, che dovrebbe consentire alle famiglie di reggere o di non affondare, senza vederle oggi dilaniate dalla precarietà del lavoro dei padri e dall’assenza di occupazione (e di futuro) per i figli, e senza ritrovarle tartassate da imposte che angustiano.

Ma il messaggio nitido di Luigi Campiglio riguarda una quasi ovvietà, che si sta dimenticando alla grande: “La più importante risorsa sono le persone”. Giova sentirlo ripetere. Infatti la famiglia è realtà di vite umane intrecciate, ove passano valori, convinzioni, scelte… che plasmano i ragazzi, le generazioni future, i protagonisti di domani. Certo, la crisi morde aspramente proprio le persone. Ma rischia di essere recepita solo nei suoi effetti, gravi. Quando le cose vanno male mandano in tilt tanti tenori di vita, tante abitudini, tante attese. Invece c’è da ricordarsi e ricordare che proprio nell’ora della fragilità diffusa vanno privilegiate le persone, su tutto. Indubbiamente le persone non vivono d’aria, quindi le cose sono necessarie. Ma le persone valgono immensamente di più. E bisognerebbe ripartire dalla famiglia a cui chiedere di rilanciare se stessa – nonostante tutto – come il luogo in cui le persone hanno il loro valore, nella condivisione di ciò che si è e si fa (magari in mezzo a mille difficoltà, sempre cercando l’ancoraggio nelle pareti domestiche). Perché la famiglia appunto nasce, cresce, resiste… nella misura in cui le persone sono protagoniste. Non si fonda la famiglia sulle cose, ma sulle persone che la compongono. La società, la politica, la finanza, il mercato… dovrebbero mettersi in ascolto del mondo familiare, fatto di persone. Invece spesso e volentieri guardano al microcosmo familiare come a contesti di singole presenze, come a possibili clienti, come a soggetti da tassare e da spremere.
Ma lì, invece, si condensa la vita più vera. Senza famiglia si è sradicati e smarriti. Che non perdiamo il piccolo-grande tesoro che sono papà, mamma, figli, fratelli, sorelle, nonne, nonni, nipoti! Tutte persone non numeri.

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