Anche a Latina c’è chi prova a cambiare
Pubblicato il 10-08-2011
Buone opere e zone d’ombra dei giovani di una città giovane.
Fondata e popolata da gente venuta da ogni parte (friulani, veneti, romagnoli, romani, umbri, marchigiani, campani, abruzzesi, pugliesi) è ora terribilmente indifferente verso gli immigrati che si spezzano la schiena nelle campagne bruciate dal sole o nei cantieri della speculazione edilizia; ha un’agricoltura (malgrado la sua provincia sia considerata l’orto di Roma) e un’industria in ginocchio, ma i centri commerciali continuano a proliferare come funghi. Ma Latina, la città adolescente, la città giovane, non è una città per giovani. Mancano luoghi di aggregazione, biblioteche, idee, aree verdi. Lo sport è in profonda difficoltà: la locale squadra di cricket, nonostante i successi, è stata costretta ad emigrare altrove; il calcio lotta con continui fallimenti e lotte intestine (da quest’anno la città ha di nuovo una propria formazione in campionato, ma deve ripartire dalla Serie D). Gli autobus e i treni che portano gli studenti a scuola o alle università romane fanno acqua da tutte le parti: sporchi, affollati, ritardatari, costosi. La società attraversa una profonda crisi di valori: molte famiglie Molti ragazzi passano la notte a bere nei pub o nei bar aperti fino all’alba e poi corrono a folle velocità, sfidando la morte nelle strade dritte della pianura. Dicono le statistiche del Ministero dei Trasporti che l’asfalto di questa terra è uno dei più insanguinati d’Italia. L’ex statale 148 che collega la città a Roma è considerata la più pericolosa dell’intero Paese. Non è un caso che proprio qui sia stata fondata l’associazione nazionale delle vittime della strada. Per un giovane è difficile trovare un senso alla vita in un ambiente così ostile. Sotto l’apparente allegria e il divertimento malato si respira una diffusa inquietudine. Nelle scritte sui muri c’è tutta la rabbia e la rassegnazione di una generazione dimenticata. Ma anche a Latina c’è chi dice no, chi alza la testa, chi prova a cambiare le cose. Sono pochi, ma ci sono. C’è Vincenzo che tutti i giorni svolge la sua preziosa opera di volontariato nella Protezione Civile, d’inverno togliendo il fango dai canali che altrimenti strariperebbero e d’estate spegnendo incendi sotto il sole torrido.
Fabio Brinchi Giusti |