BUON COMPLEANNO, AMICO E MAESTRO!
Pubblicato il 29-01-2010
![Dom Luciano Dom Luciano](/media/images/stories/foto2009/articoli/settembre/1domluciano_bimbi_1988.jpg)
a cura della redazione
Le 99 pecore In risposta ad una domanda che Adriano Sofri gli aveva posto attraverso il diario di Ernesto, sullo stesso diario risponde:
Caro Adriano,
mi hai chiesto “che cosa fa il pastore quando novantanove sue pecore si saranno smarrite e solo una pecorella, la centesima, resterà fedelmente accanto a Lui?”.
Da quando ho letto la tua domanda mi sono permesso di pensare, di meditare, cercando cosa rispondere e così vari pensieri mi sono venuti alla mente e al cuore.
La situazione non è così nuova, anzi. Alla venuta di Gesù in questo mondo noi tutti eravamo smarriti, senza alimento, senza orizzonte e senza pastore. Così San Matteo presenta Gesù alla fine del cap. 9. Gesù vedeva la moltitudine come delle pecore senza pastore smarrite, attratte da tanti valori svuotati che impiccoliscono il cuore e lasciano l’anima smarrita. Cosa ha fatto Gesù? Ha offerto la Sua vita per noi. E poi ha chiamato degli uomini e delle donne che - insieme a Lui e a nome suo - andassero dietro le pecore, per farle entrare insieme nella gioia della vita vera. Dice il Vangelo che Gesù chiamò i discepoli e li inviò a predicare. Pregate il Padrone della messe perché invii degli operai alla sua messe.
Penso così che Gesù, non solo Lui, davanti alle 99 pecore smarrite si sarebbe messo a camminare entrando nelle città e nei paesi, predicando e annunziando il Regno di Dio, ma avrebbe invitato la piccola pecorella - la centesima - rimasta fedele, a lasciare il riposo, l’acqua, l’erba e a camminare al suo fianco, per sentieri ardui, sulle rocce e sulla sabbia delle regioni aride, per cercare le novantanove smarrite.
Così è nata la Chiesa. È la centesima pecora, piccola, povera, sproporzionatamente incapace, ma chiamata a camminare nella sua fragilità a lato del pastore per far vedere qual è il posto delle pecore, cioè insieme al Pastore buono, dove trova affetto, alimento, protezione.
La Chiesa, piccola pecorella già nel recinto, non è contenta di restare sola, così il Pastore cammina per le strade perché le altre abbiano la stessa grazia, la stessa gioia.
La missione del Pastore non è stare nel recinto, ma dare vita alle pecore e la pecora che conosce e ama il Pastore impara a far battere il suo cuore allo stesso ritmo e a lasciarsi attirare dallo stesso ardore di andare dietro alle altre perché all’indomani, stiano tutte - allora sì - nel recinto di pace.
![]() Gli esclusi chi sono?
Il 22 settembre 2003 sul diario di Ernesto Olivero scrive: Gli esclusi chi sono? Esclusi da chi? Da noi purtroppo. Sono quelli che non abitano nel nostro cuore, con i quali non condividiamo la nostra vita, il nostro tempo, i beni materiali e spirituali. Se ci esaminiamo, e ognuno fa il suo esame, chi sono gli esclusi? Ci sono vari livelli di esclusione. Quelli che non entrano nella nostra casa perché sono poveri, barboni, sporchi, ubriachi, drogati, pericolosi. Quelli che cerchiamo di allontanare ovvero dai quali ci allontaniamo. Ma, a poco a poco, riusciamo, mossi dall’amore di Gesù, a ripetere il gesto del buon samaritano e ad andare loro incontro e aprire le porte della nostra casa. È vero ed è frutto della grazia di Dio. Ma, purtroppo, ci sono altri esclusi, ad un altro livello. Quelli che non amiamo perché pensano in modo differente, si oppongono alle nostre idee, non accettano la nostra fede. Cosa fare per andare loro incontro? È tutto un lavoro dello Spirito di Dio che ci fa scoprire l’azione di Dio nel loro cuore. Poco a poco si stabilisce un rapporto di verità e di rispetto all’azione di Dio nel loro cuore che apre la via ad un dialogo umile e fraterno che arricchisce. Ci sono ancora, ed è il caso più doloroso, quelli che ci offendono sia perché ci fanno del male, con parole e atti, sia perché fanno soffrire gli altri: i persecutori, i despoti, gli estremisti, che usano la forza per torturare e ammazzare innocenti e bambini, quelli che si servono delle armi per eliminare gli altri e impadronirsi dei loro beni. Cosa fare per includere questi esclusi? Non è facile. Portare a casa un barbone, accogliere un ubriaco è possibile. Dialogare con chi ragiona in modo differente è qualcosa che riusciamo poco a poco a fare. Ma accettare chi ci fa soffrire e chi opprime gli altri? Non è giusto che siano esclusi davvero dal nostro cuore e dal nostro mondo? Solo Dio ci può insegnare come includere chi ci offende. “Il perdono non è umano”. È troppo per noi. Ma, senza perdono, ci saranno sempre degli esclusi. Solo l’amore che perdona può fare che tutti gli esclusi possano entrare nel nostro cuore e nella nostra casa.
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