Li vediamo schiamazzare per le vie ma pronti a iniziare un cammino di recupero, di crescita. Questi ragazzi sono tanti, sono vivi e con la voglia di imparare... sono anche un po' "monelli", ma se non fossero così Don Bosco non sarebbe di casa. Fra tanti fatti di vita, ne raccontiamo uno che ci ha fatto riflettere e ci ha commossi. Qualche giorno fa, visitando il nuovo Centro per i Ragazzi di Strada in fase di costruzione, abbiamo notato sul muro ancora fresco di cemento, questa frase: "I am Stefanos, Don Bosco I love you". Ne siamo rimasti stupiti. Abbiamo chiesto informazione e ci è stato riferito che "l'artista" era uno dei nostri ragazzi di strada. Prima di ritornare a casa, dopo 13 anni di vita vagabonda, aveva voluto esprimere il sentimento del suo cuore. Questo è prodigio. Un giovane annulla il soprannome di strada e si firma con il suo nome. Ciò è recupero della propria identità, è inizio di una vita nuova. Questo ragazzo che all'età di sei anni aveva abbandonato la famiglia e anche la scuola, scrive in inglese il suo saluto prima di tornare a casa. "I am Stefanos, Don Bosco I love you!". Questo e altri fatti di tale genere riaccendono la speranza. È possibile il ritorno alla famiglia, alla vita dignitosa, alla pienezza di vita. Ed ora è tempo di emigrare. Il nuovo Centro per i ragazzi sta crescendo. Presto pensiamo di trasferirci con il primo gruppo. Qui troveremo spazi, laboratori, aule, dormitori. Qui potremo accogliere tanti ragazzi per essere ponte con le loro famiglie e continuare l'avventura della vita. Carissimi amici, vogliamo condividere con voi questa nostra speranza, questo impegno in favore dei ragazzi. Siamo certi che il seme piantato e curato darà il suo frutto. Il Signore Gesù ricolmi i nostri cuori di volontà di bene, di serenità, di riconciliazione e gioia. Ci stringiamo a voi in questo cammino e nella volontà di costruire un mondo più giusto e più bello. Auguri! |