ETIOPIA: LALIBELÀ

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


Un re “riconosciuto” dalle api, una città santa scolpita in blocchi di roccia… la bellissima leggenda patrimonio della tradizione copta.

 


di Giuseppe Bordone

Re Lalibelà regnò in Etiopia agli inizi del XIII secolo. Esiste una leggenda bellissima che lo riguarda. Lalibelà era un secondogenito, quindi non destinato a diventare re, sorte che sarebbe toccata a suo fratello maggiore.

Avvenne però che, quando era ancora nella culla, uno sciame d'api si depose vicino alla culla stessa. Una credenza africana vuole che talvolta siano gli animali a riconoscere la maestà o la grande levatura morale di una persona. Per questo fatto, il piccolino venne chiamato “Lalibelà”, che significa appunto: "la cui maestà è stata disvelata dalle api" e divenne immediatamente il pretendente al trono, attirandosi l'ostilità del fratello.

In epoca successiva, si narra che Cristo stesso lo salvasse da un attentato del fratello, facendolo trasportare in volo da un angelo a Gerusalemme, dove lo incontrò.

Tornato alla reggia paterna, riconosciutagli infine l'autorità ed il rispetto anche da parte del fratello, Lalibelà, divenuto re, fece poi costruire questo un magnifico complesso templare unico al mondo. Sempre la leggenda vuole che egli abbia concepito il suo piano di una città piena di chiese dopo che Cristo gli apparve in sogno, e che gli angeli abbiano assistito i tagliapietre durante il lavoro.

La città santa di Lalibelà si trova nella provincia di Wallo, nel nord dell’Etiopia: undici splendide chiese cristiane scolpite dalla fede copta, ciascuna scavata in un unico blocco di roccia, nel fianco della montagna. Molti studiosi ritengono che gli artigiani locali siano stati assistiti da costruttori e scultori provenienti addirittura da Alessandria d’Egitto e da Gerusalemme.

Giuseppe Bordone

 

Sull’Etiopia vedi anche:
ETIOPIA: “I am Stefanos”

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